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Salita all’Adamello per la Via Terzulli Percorso: Ponte di Legno → Rifugio Gnutti → Via Terzulli → Bivacco Ugolini → Vetta Adamello Introduzione Obiettivo: raggiungere la vetta dell’Adamello (3.539 m) Punto di partenza: Ponte di Legno (BS) o località “Ponte di Guat” (quota ~1.250 m) Durata totale: 2 giorni (1 pernottamento) Periodo consigliato: luglio – settembre Difficoltà: EEA/PD+ (escursionisti esperti con attrezzatura alpinistica) Tappa 1: Ponte di Guat → Rifugio Gnutti Quota di partenza: ~1.250 m Quota arrivo: 2.166 m Dislivello positivo: ~900 m Tempo medio: 2-3 ore Descrizione: Sentiero ben segnato (CAI 23) in salita costante Passaggio in zone boscose e pascoli alpini Vista spettacolare sul Lago d’Avio e le dighe dell’ENEL Pernottamento opzionale: Rifugio Gnutti (aperto in stagione) Tappa 2: Rifugio Gnutti → Via Terzulli Quota partenza: 2.166 m Quota inizio via: ~2.600 m Tempo avvicinamento: 1-2 ore Caratteristiche della via: Classica via ferrata / alpinistica di media difficoltà Tratti attrezzati con catene Esposta, ma con panorama unico su ghiacciaio dell’Adamello Equipaggiamento: imbrago, kit ferrata, casco, guanti Tappa 3: Via Terzulli → Bivacco Ugolini Quota arrivo: 3.140 m Tempo dalla fine della via: ~1 ora Descrizione: Dal termine della ferrata si prosegue su neve/ghiacciaio (in stagione alta: crepacci!) consigliati ramponi o ramponcini Bivacco Ugolini: piccolo ricovero, 8 posti letto, privo di acqua corrente Pernottamento: Bivacco Ugolini (prenotazione non necessaria, ma affollato nei weekend) Tappa 4: Bivacco Ugolini → Vetta Adamello Quota partenza: 3.140 m Quota vetta: 3.539 m Tempo medio: 2-3 ore Percorso: Traversata del Pian di Neve (ampio ghiacciaio) Salita finale al Corno Bianco e cresta fino alla vetta Panorami: vedute su Presanella, Cevedale, Bernina Il mattino è fresco a Ponte di Guat, l’aria profuma di bosco bagnato e il sole fatica a farsi strada tra le nuvole basse. Lo zaino è pesante: dentro ci sono imbrago, ramponi, picozza, e quella leggera tensione che si prova prima di un’avventura importante. Il sentiero si infila subito tra gli abeti. Il rumore del torrente accompagna i primi passi, mentre il dislivello comincia a farsi sentire. Il bosco lascia spazio a pascoli verdi, e a ogni curva appare una nuova veduta: le acque azzurre del Lago d’Avio, le dighe imponenti, e sullo sfondo le cime ancora innevate. Dopo tre ore di salita, il Rifugio Gnutti appare come un piccolo baluardo in mezzo alla montagna. Una breve sosta, panino, e lo sguardo corre già verso la Via Terzulli. I cavi metallici e le pareti verticali della Terzulli raccontano la loro storia: una linea audace tra roccia e cielo. Qui il passo diventa più attento, il fiato più corto. La ferrata è esposta, ma ogni appiglio regala una prospettiva nuova sul ghiacciaio dell’Adamello. Alla fine del tratto attrezzato, i ramponi scivolano sulla neve compatta. Il sole è basso quando, finalmente, il profilo rosso del Bivacco Ugolini compare sulla neve. A 3.140 metri, il silenzio è quasi assoluto. Dentro il piccolo ricovero ci sono otto brande. La sera scende rapida, portando con sé un cielo che esplode di stelle. Il vento soffia contro le pareti di lamiera, ma la stanchezza vince ogni rumore. All’alba, l’uscita dal bivacco è come varcare la soglia di un altro mondo. Il Pian di Neve si apre davanti: un mare bianco e sconfinato, con crepacci che si nascondono sotto la superficie. L’aria è gelida, i passi sono lenti e cadenzati. All’orizzonte, il Corno Bianco segna l’ultimo tratto di salita. La cresta finale, illuminata dal sole del mattino, porta in vetta all’Adamello: 3.539 metri di panorama totale, dalle Dolomiti fino alla Presanella, con il vento che porta l’eco di un silenzio antico. Il ritorno sarà lungo, ma la vetta resta negli occhi. Un momento sospeso tra fatica e gioia, dove il mondo sembra piccolo e il cuore, enorme.