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Il Bolero di Maurice Ravel è una delle più celebri composizioni del '900 e una delle poche musiche per grande orchestra sinfonica ad aver conquistato una vera e generalizzata popolarità. Nel 1927 la celebre ballerina Ida Rubinstein,chiese a Ravel di comporre per lei un balletto di ambiente spagnolo. In quel momento il musicista attraversava un periodo particolarmente ricco di impegni, culminante in una lunga tournée concertistica, iniziata sul finire dell'anno, nelle principali città del Nord America e del Canada. Ecco che Ravel scelse il Bolero, attratto dall'ossessività ritmica e dalla semplicità melodica di questa nota danza spagnola che, nata nel '700, si era rapidamente diffusa in tutta Europa! La danza e la Spagna, quindi, si ritrovavano ancora una volta insieme in Ravel! Il Bolero andò in scena all'Opéra di Parigi il 22 novembre 1928, con Walter Straram sul podio e coreografie di Bronislava Nijinska, ottenendo, fin dalla sua prima rappresentazione, un clamoroso successo in virtù della sconcertante e provocatoria originalità sia della musica sia dell'invenzione coreografica: una donna danza su un tavolo, attorniata da un gruppo di uomini che gradualmente le si avvicinano in una sorta di ballo rituale carico di spiccato erotismo. Il brano, quindi, fu eseguito sotto la direzione dell'autore ai Concerts Lamoureux (una delle più prestigiose istituzioni concertistiche parigine) l'11 gennaio 1930 senza perdere nulla del suo fascino misterioso, imponendosi immediatamente come una delle pagine più fortunate della letteratura orchestrale del XX secolo. Secondo la descrizione che lo stesso Ravel dà del pezzo nello Schizzo Autobiografico, il Bolero "è una danza di movimento molto moderato e costantemente uniforme, tanto per la melodia e l'armonia che per il ritmo. Il solo elemento di diversificazione è costituito dal crescendo dell'orchestra". Più ancora che per tutti gli altri brani musicali, è nell'idea in sé - per certi aspetti assurda e provocatoria - che risiede l'intero valore artistico del Bolero; idea tanto semplice quanto impossibile da trasformare in musica se non fosse stato per il genio timbrico di Ravel, l'unico in grado di porsi e di vincere una tale sfida con se stesso. L'immenso crescendo" del Bolero, al quale fanno riferimento molti storici della musica (si va gradualmente dal pianissimo iniziale sino al fortissimo della fine), è soltanto uno degli elementi peculiari di questa composizione. Le sue caratteristiche strutturali sono singolari e rappresentano un unicum nella storia della musica. Uno degli aspetti che maggiormente colpisce del Bolero di Ravel, ed ancora stupisce a quasi ottant'anni dalla sua prima rappresentazione, è la forza del coinvolgimento emotivo - quasi fisicamente tangibile - che esso suscita nello spettatore, contrapposto all'estrema semplicità dei mezzi musicali impiegati. Ma è proprio nella deliberata "nudità" di quegli elementi e nel calcolato rigore, concepito quasi in termini matematici, con cui essi sono relazionati tra loro che si origina quella forza; la quale, a sua volta, trasforma quei mezzi musicali in ben calibrati ingranaggi di un fascinoso meccanismo incantatorio, in cui il caleidoscopico gioco dei timbri strumentali non fa altro che accrescerne la seduzione. Diceva Ravel: "... Devo dire che raramente il Bolero viene diretto come io penso che dovrebbe esserlo. Toscanini lo dirige due volte più veloce del dovuto e allarga il movimento alla fine, cosa che non è indicata in nessuna parte. No: il Bolero deve essere eseguito con un unico tempo dall'inizio alla fine, nello stile lamentoso e monotono delle melodie arabo-spagnole. Quando ho fatto notare a Toscanini che si prendeva troppe libertà, ha risposto: "Se non lo suono a modo mio, sarà senza effetto". I virtuosi sono incorreggibili, sprofondati nelle loro chimere come se i compositori non esistessero... Credo che ben pochi non conoscano questa perla e pochissimi non lo abbiano amato. Ravel scelse il Bolero ed io ho scelto di sposarlo ad un fantastico sfondo! che dire!!!! godetevi il Bolero e il panorama!