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"The story of GI Joe". USA, 1945. Regia di William Wellman. Qualsiasi libro o trattato enciclopedico dedicato ai film di guerra ha sempre giudicato "The story of GI Joe" come una pietra miliare. La critica cinematografica parla di questo film con toni entusiastici: "Uno dei più toccanti film che la guerra abbia ispirato", "Una tragica ed eterna opera d’arte". Leggete questi passi estratti dal libro LA GUERRA DI HOLLYWOOD. "L’esempio definitivo di film di combattimento della Seconda Guerra Mondiale era una storia sulla Campagna d’Italia, prodotto sul finire del conflitto: "I forzati della gloria". Il film aveva un realismo maturo e implacabile che era possibile solo perché la guerra si avvicinava alla fine. Il fango, una guerra che appare senza fine (raggiungi una vetta solo per scoprire che ce né un’altra dietro), la casualità della morte; tutte cose che non si sarebbero potute né mostrare né capire se non verso il termine del conflitto. Diretto da William Wellman, il film si basava sui reportage di Ernie Pyle, i cui resoconti sui semplici fanti gli valsero un premio Pulitzer per il giornalismo e l’imperituro rispetto dei G.I. Le storie di Pyle, fatte di coraggio, tragedia, paura e umorismo erano tributi realistici ai fanti che sostenevano l’urto della guerra nelle peggiori condizioni. Seguiva passo passo le truppe, chiedeva poco per se, e morì come morivano loro quando un cecchino giapponese lo colpì nel 1945 a Okinawa. I forzati della gloria, che inizia con un saluto al soldato semplice, divenne anche un tributo allo scrittore che aveva capito come stavano le cose." E ancora. "... L’errore più serio del film è il trattamento della scottante controversia sul bombardamento del monastero di Monte Cassino, culla del monachesimo occidentale. Gli Alleati erano convinti che i tedeschi si fossero rifugiati nel monastero che sorge su un crinale, da cui facevano piovere un fuoco d’inferno che arrestava la loro avanzata. L’alto comando esitava a bombardare la chiesa a causa della politica di risparmiare monumenti religiosi e artistici. Ma per i G.I. non ci sono equivoci. "Io sono cattolico e dico: bombardatelo", dichiara uno; "Pensate che voglia morire per un pezzo di pietra?". Quando si decide per il bombardamento del monastero, i soldati fanno fiorire sorrisi estatici. Solo ultimamente il DVD del film è reperibile. La pellicola pur avendo vinto a suo tempo un premio al Festival Cinematografico di Venezia, per anni era sparita dalla circolazione. Può darsi che il motivo della sparizione sia dovuto proprio agli errori commessi dagli USA durante la battaglia di Cassino. La pellicola venne distribuita anche in Germania, ma i tedeschi trovarono un titolo più attinente: Schlachtgewitter am Monte Cassino. Il film fu girato completamente in studio negli USA. (ndr) Nella realtà la 36° divisione Texas, il reparto nel film, dopo la tragedia sul fiume Rapido venne ritirata dal fronte, e quindi non poté assistere al bombardamento di Monte Cassino, ma è il messaggio che la pellicola vuole dare è ben diverso. Qui si parla del fango, della morte e delle sofferenze in cui qualsiasi fantaccino si trova maciullato nel meccanismo delle guerra, di una qualsiasi guerra.