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La storia del mobilificio Aiazzone

Riassunto della storia di successo (e declino) dei mobili AIAZZONE La storia di AIAZZONE nasce a Biella, da un piccolo laboratorio artigianale dove il signor Aiazzone realizzava mobili fatti a mano. Il figlio, Giorgio Aiazzone, figlio del miracolo economico italiano e diplomato Geometra, sognava di trasformare la bottega del padre in un impero del mobile Made in Italy. Negli anni ’70 modernizzò la produzione e aprì nuovi punti vendita, ma la svolta arrivò negli anni ’80 con la pubblicità. Nel 1981 Giorgio investì milioni di dollari in spot televisivi, radio, giornali e cartelloni, diventando persino azionista di agenzie pubblicitarie. Gli spot AIAZZONE erano semplici e diretti: individuavano un problema e offrivano la soluzione con i mobili Aiazzone. La pubblicità martellante, i cartelloni stradali e i servizi innovativi – come bus da tutta Italia e rimborso spese di viaggio per chi comprava – trasformarono Biella in una meta nazionale per l’arredamento. L’azienda cresceva a vista d’occhio, grazie alla qualità dei mobili, all’attenzione al cliente e ai servizi esclusivi. Giorgio progettava persino una Disneyland del mobile in Europa, ma l’eccesso di pubblicità si rivelò un boomerang: l’aggressività delle campagne fece percepire i prodotti come di qualità inferiore. La sua morte improvvisa a soli 39 anni, in un incidente aereo causato da un fulmine, spense la mente visionaria dietro al progetto e segnò l’inizio del declino. A completare il crollo arrivò il colosso svedese IKEA, che con i suoi prezzi bassi, la semplicità e l’organizzazione globale divenne il competitor definitivo, cancellando per sempre lo spazio di mercato per Aiazzone.