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Il Piano di Regolazione dell’Offerta: una lezione da imparare

Il Piano di regolazione dell’Offerta, istituito per controllare la quantità di latte destinata alla produzione del Parmigiano Reggiano e allinearla alla domanda reale, è stato introdotto nel 2014. Ora, nel 2025, è il momento di valutarne i risultati. L’esperienza negativa del regime delle quote latte, che ha imposto limiti alla produzione di latte vaccino in Italia dal 1983 fino al 1° aprile 2015, ha lasciato un segno profondo. Di conseguenza, all’inizio, l’adozione di questo nuovo Piano ha suscitato non poche perplessità. Attribuire una quota produttiva di latte ad ogni allevatore del Comprensorio del Parmigiano Reggiano aveva e ha l’obiettivo di stabilizzare le grandi fluttuazioni di prezzo del formaggio dovute al sempre delicato rapporto tra la domanda, l’offerta e le speculazioni, oltre che ad agevolare il ricambio generazionale e dare la possibilità agli allevatori di fare investimenti. In poche parole, la sfida era affrancare gli allevatori e i produttori di questa preziosa DOP dalle spietate regole che governano le commodity. Con il senno di poi le previsioni fatte si sono rivelate corrette e questo modello gestionale, adottato anche dal Grana Padano con grande successo, può essere utile sia per le altre IG del lattiero-caseario ma anche per il latte da bere e i formaggi freschi. Le annose dispute tra industriali e allevatori sul prezzo del latte alla stalla potrebbero prendere ottimi e concreti spunti da questi piani. Per approfondire questo argomento e mettere in condizione voi lettori di Ruminantia di crearvi un'opinione informata, abbiamo chiesto l’aiuto di Riccardo Deserti, direttore generale del Consorzio di Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano e Presidente Internazionale di Origin. Buona visione!