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Intervista al prof. Sergio Bracarda, Direttore della UOC di Oncologia Medica di Arezzo, Azienda USL Toscana SUDEST in occasione del congresso americano di oncologia ASCO 2016, che si è tenuto a Chicago dal 3 al 7 giugno. La Food and Drug Administration (FDA) americana ha concesso l'approvazione accelerata per il farmaco atezolizumab. Il farmaco è stato autorizzato per il trattamento di pazienti affetti da carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico (mUC), con progressione della malattia durante o dopo la chemioterapia a base di platino, o la cui malattia sia peggiorata nei dodici mesi successivi alla chemioterapia a base di platino instaurata sia prima (neoadiuvante) sia successivamente (adiuvante) all'intervento chirurgico. Il carcinoma uroteliale rappresenta il 90% di tutti i tumori della vescica e può anche essere localizzato nella pelvi renale, nell'uretere e nell'uretra. Si tratta della nona forma di cancro al mondo per diffusione, con 430.000 nuovi casi diagnosticati nel 2012, responsabile della morte di circa 145.000 persone ogni anno. Più frequente nel maschio – il rapporto è 3 uomini rispetto a 1 donna –, è anche più comune nei Paesi sviluppati rispetto a quelli meno sviluppati. In genere è associato a prognosi infausta e, nella sua fase metastatica,ha scarse possibilità di cura. Si tratta, in particolare, di una malattia per la quale non si è compiuto alcun progresso importante negli ultimi 30 anni. Atezolizumab è un anticorpo monoclonale disegnato in modo da legarsi con una proteina chiamata PD-L1 - espressa su cellule tumorali e sulle cellule immunitarie infiltranti il tumore - bloccandone così l’interazione con entrambi i recettori PD-1 e B7.1. L’inibizione consente l'attivazione delle cellule T. http://www.salutedomani.com/article/t...