У нас вы можете посмотреть бесплатно Ecco chi è Sciò Sciò: lo scacciamalocchio del centro storico di Napoli или скачать в максимальном доступном качестве, видео которое было загружено на ютуб. Для загрузки выберите вариант из формы ниже:
Если кнопки скачивания не
загрузились
НАЖМИТЕ ЗДЕСЬ или обновите страницу
Если возникают проблемы со скачиванием видео, пожалуйста напишите в поддержку по адресу внизу
страницы.
Спасибо за использование сервиса ClipSaver.ru
Dal presepe alle vie del centro storico di Napoli. Lo Sciò Sciò è un'antica figura scaramantica napoletana, un personaggio del '700 che ha ispirato anche la nota statuetta creata dai maestri artigiani che popolano - con le loro botteghe - San Gregorio Armeno. Una figura goffa e buffa, solitamente vestita di nero, ma sempre ricoperta da un gran numero di amuleti. È questa la particolarità che la contraddistingue: corni portafortuna - rigorosamente rossi e storti - aglio a volontà e un cilindro nero sul capo. Ma lo Sciò Sciò non è solo una statuetta scaccia malocchio. Il simpatico personaggio - tanto amato dai napoletani - lo si può incontrare anche in carne ed ossa mentre si passeggia tra le vie del centro storico di Napoli. È facile incrociarlo in via San Biagio dei librai, via dei Tribunali, o lungo la celebre via dei presepi, mentre recita ai passanti il suo rito scaramantico. «Mi sono inventato questo mestiere da quando ho perso il posto di lavoro - racconta lo scaccia malocchio del centro storico di Napoli, in arte Sciò Sciò - sono circa 25 anni che lo faccio. Inizialmente mi travestivo da Babbo Natale, poi per un paio d'anni ho fatto Pulcinella, e infine mi è venuta l'idea di SciòSciò». Così racconta che da circa cinque anni veste i panni del tipico personaggio scaramantico napoletano: «Le botteghe di San Gregorio Armeno sono ricche di questi simboli portafortuna. E quando ho visto esposta anche la statuetta di SciòSciò, l'antico personaggio scaramantico del '700, ho pensato di riportarlo un'altra volta in vita per far rivivere alla città questa tipica figura partenopea». Servizio di Emma Onorato