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(MIANEWS) Milano, 28 GEN - La scienza incontra la cultura umanistica nella seconda edizione del premio Berchet, assegnato dallo storico liceo classico milanese a ex alunni che si sono distinti nei percorsi professionali. L’edizione 2025 ha premiato Luca Mari, docente universitario, scienziato, studioso nel campo dell’intelligenza artificiale. Al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, davanti a una platea di studenti, molti dei quali hanno svolto l'alternanza scuola-lavoro proprio al Museo, Mari è stato premiato dal preside del liceo Berchet, Domenico Guglielmo. Prima della consegna della targa che riconosce "l'onore nel diffondere scienza e cultura”, gli studenti hanno preso parte a un dibattito sull’intelligenza artificiale. Per Mari la scelta del liceo classico milanese di assegnare questo riconoscimento a un uomo di scienza “è un segno interessante che un liceo classico come questo riconosce che un percorso non tipico come quello che ho fatto, prima liceo classico, poi una laurea in fisica e un dottorato di ricerca in Politecnico, ha un senso in una prospettiva culturale. L'idea che oggi il liceo classico può essere più che solo un riferimento alla classicità. Classicità nell'attualità”. Alla domanda del perché un ragazzo oggi dovrebbe partire dagli studi classici, “questo liceo ha la caratteristica di concentrarsi anche sulle radici culturali e, in un periodo come quello che stiamo vivendo di turbolenza, abbiamo bisogno di avere riferimenti culturali. Quindi si potrebbe scegliere il classico per questo: il passato per il futuro” risponde Mari. Per il professore l’intelligenza artificiale, in particolare quella generativa e dei chatbot, i sistemi con i quali poter conversare nella nostra lingua, “sono un'esperienza cognitiva e psicologica straordinaria perché per la prima volta nella storia abbiamo la possibilità di avere conversazioni con entità che non sono individui della specie homo sapiens". "Siccome noi impariamo dalla comunicazione nella differenza, dobbiamo poter comunicare per poter imparare - afferma - ma se comunichiamo solo con i nostri simili, impariamo molto meno. Avere questa esperienza di una comunicazione possibile, efficace e spesso piacevole con entità diverse, aliene, è straordinario”. Un premio particolarmente importante anche per il preside Guglielmo, “rappresenta la continuità tra le generazioni di allievi del Berchet – sottolinea - Abbiamo premiato il professor Luca Mari perché si è affermato nella sua carriera professionale come scienziato e come scrittore, su un argomento che negli ultimi tre anni è diventato di assoluta importanza come l'intelligenza artificiale”. Anche per il preside è fondamentale creare un ponte tra cultura umanistica e intelligenza artificiale: “Il dilemma è proprio capire come queste nuove forme possano essere controllate e non sfuggire al pieno controllo umano. Sarà sempre più importante che l'intelligenza non artificiale guidi e utilizzi al meglio l'intelligenza artificiale” conclude.