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Gioachino Rossini – LA DONNA DEL LAGO - Pesaro, T. Rossini, 12.8.1983 personaggi: Elena, soprano KATIA RICCIARELLI Uberto, tenore DALMACIO GONZALES Malcolm, contralto LUCIA VALENTINI TERRANI Rodrigo di Dhu, tenore DANO RAFFANTI Douglas, basso SAMUEL RAMEY Serano, tenore OSLAVIO DI CREDICO / Alina, soprano CECILIA VALDENASSI Orchestra e Coro Filarmonico di Praga, direttore MAURIZIO POLLINI ***** Spettacolo che incantava per la parte visiva, un po’ meno per il cast. In particolare, ricordo che fu stroncata all’unanimità dalla critica la direzione di Maurizio Pollini, che non è facile capire per quale motivo venisse colto dall’interiore impellenza di improvvisarsi direttore d’orchestra, attività che a quanto ne so limitò a questa “Donna del Lago” pesarese. Riascoltando la registrazione, non posso che confermare l’impressione che ricavai allora, ossia che il Maestro male fece ad abbandonare la tastiera, e meglio a ritornarvi d’urgenza. La protagonista Ricciarelli fu non meno criticata; e in effetti, a parte la suggestiva presenza scenica, offrì una prestazione molto alterna, che la vide in difficoltà specialmente nel canto d’agilità (si ascolti l’imbarazzante finale). Per limitare i danni, il soprano veneto cercò di far leva sul bel timbro che c’era ancora, ma nel tentativo di riproporre certe antiche magie, finì per rinchiudersi in un fraseggio monocorde, basato su accenti costantemente flebili e sospirosi anche quando il momento drammatico non lo richiedeva. Buona ne ruolo di Uberto la prova del tenore Dalmacio Gonzales, dal timbro non squisito ma sufficientemente corretto ed espressivo. Nell’epoca d’oro della cosiddetta “Rossini renaissance” fu un valido rincalzo dei tenori di prima fascia. Eccellente la Valentini come Malcolm, così come Ramey, che parve quasi sprecato in una parte come quella di Douglas, decisamente poco impegnativa per uno come lui. Ho tenuto per ultimo il tenore Dano Raffanti, che ritengo abbia scolpito nel ruolo di Rodrigo il suo capolavoro artistico. La sua prova fu infatti sensazionale, e la registrazione ne fa pienamente fede. Dio solo sa perché questo potenziale fuoriclasse, la cui carriera fu tanto alterna e limitata dal nervosismo, in questo ruolo così impegnativo non sbagliò mai un colpo, mentre fu spesso in difficoltà in altri assai meno complicati per una voce e tecnica come la sua. Comunque sia, il più vivo e felice ricordo rimastomi di questa “Donna del lago” lo debbo decisamente a lui. (Lele del Gatto)