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Borgo di poco più di 1.000 abitanti situato ai piedi dell’imponente frattura rocciosa della montagna Carpineto, trionfo di colori, il verde, i profumi dei fiori che decorano le vie del paese che aprono squarci e visuali incantevoli tra statue di marmo a grandezza naturale che si mescolano agli abitanti del posto e che fanno da naturale scenario ad un “teatro a cielo aperto” tra splendidi murales e dipinti che colorano e accompagnano la vita del paese, descrivendo il profondo e antico rapporto dell’uomo con la roccia, la sua vita autoctona, e l’amore per le varie forme d’arte che caratterizzano le facciate che circondano l’anfiteatro del paese. Passeggiando tra le vie ben lastricate del centro storico, si possono ammirare i pregevoli ed originali Murales dipinti sulle facciate delle case, le opere d’arte in bronzo dell’artista P. Mastroberti e le sculture marmoree a grandezza naturale che rappresentano figure popolari del passato. Nel 1994 Inizia la realizzazione di una serie di Murales improntati al tema del rapporto dell’uomo con la natura e in modo particolare con la roccia che tanta influenza ha avuto nella vita del santangiolese. La loro esecuzione, non ancora terminata, è stata curata prima dall’associazione artistico-culturale operante a livello nazionale, ARPERC e dal 2001 dalla Contemporary Art – A. P. V. Arte per la Valle, associazione artistico-culturale nascente in Sant’Angelo. Situato su una collina sovrastata da un’imponente massa rocciosa, è noto come “Il Paese delle Cantine” (oltre 100) ricavate direttamente nella roccia, ancora oggi utilizzate per la conservazione di vini e formaggi locali. Un borgo che sembra quasi una bomboniera, colorata e tranquilla dove è forte il senso di pace e serenità che si prova e si respira quando si passeggia tra le sue vie e i suoi sentieri lastricati. Un paese con un grandissimo senso dell’ospitalità e della generosità. Sicuro punto di riferimento per il suo sviluppo è la Cappella dell’Angelo ovvero dell’arcangelo S. Michele, situata al riparo della montagna Carpineto. Tanto è l’ascendente della devozione all’Arcangelo nei nostri antenati da chiamare il loro agglomerato S.Angelo. Questa pare essere la più probabile origine della prima parte del nome che conosciamo. Dubbi e tesi discordanti nascono a proposito della seconda: “Le Fratte”. Sono state avanzate in proposito due ipotesi: La prima è sostenuta dall’abate Gianlorenzi e si articola in tre supposizioni: 1. Si dice delle Fratte per via della vicinanza di due rioni: S.Angelo e Castello delle Fratte; 2. ci fu il loro congiungimento effettuato dai vescovi nel XV sec.; 3. Fratte perché denominasi una sua contrada. La seconda ipotesi riscuote maggiori adesioni: Le Fratte deriverebbe dal participio passato passivo del verbo latino frango (spaccare, rompere) evocando così la montagna dissestata che da sempre ne ha condizionato la vita e la sua profonda spaccatura dovuta a terremoti disastrosi e frane.