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Dall’album “Forme Sommerse” Registrato a febbraio 2025 da Daniele Marzi e Franco Naddei a Marzi Recording Studio e Ondeleone Studio. Mixato da Maurizio Baggio a La Distilleria Studio Masterizzato da Giovanni Versari a La Maestà Mastering Studio Progetto grafico di Alina P. Aleksandrovma, Alessandro Degli Angioli Pubblicato da Persistent Vision Records, Richmond, Virginia - VIS019 Tutti i brani scritti ed eseguiti da Raein. Grazie ad Ando Fabbri per le parti di piano. Ma soprattutto grazie a te. —— Instagram: / raein.band —— Paesaggio di contraddizioni e nessuna promessa da onorare, ti ricordiamo così sentinella senza riposo Straniera tra animali che adorano la gabbia cittadina senza maestri Nulla di ciò che promettevi sarebbe mai stato vero, il proprio personale culto, disegnato per non salvarci mai All’inganno di sottrarci al disastro, la tutela dell’esitazione Ogni giorno cancellavi il nostro spazio per poter sbagliare, per poter sentire paura Sicuri di agire per il bene comune, potevamo parlare dell'ideale a patto che fossimo rassegnati. Ti ascoltammo in silenzio Nuovo compromesso storico La beatitudine dei moderati Quel traguardo senza fondo ci rese gregari, gli illusi Il sospetto lenì le ferite il panico si fece odio Avanzare per avere altro terreno su cui spargere chiodi all’ombra del mito senza statue Trionfi e tragedie evocarono il sentiero un labirinto ora santuario, le montagne ne custodiscono il racconto Nella macchia, nostalgia per cemento e catrame Divisi, dal canto dei mercanti distanti, tra missionari armati Profeti dell'inutile, forme sommerse fumi rossi ad occidente La nostra colonia tra dune di cenere Scoprimmo la solitudine, altare dell’ambivalenza aveva labbra serrate, mani nascoste La noia favorì l’onestà più atroce Contemplare un vuoto che non ha misura, per un fiume che conosce solo paludi, finalmente l’Oceano. Tornare a quando le crepe non erano così profonde, scissi di fronte alla frattura Da quella ferita guardiamo il mondo estinguersi, guardiamo il mondo compiersi. Negli occhi dei più docili, il corpo dell'apocalisse dibattiamo le forme del male, altri depistaggi Parlando ancora di ciò che non si vede, diamo forma a ciò che ci costringe. Ammiriamo la stessa misura tracimare. La rabbia, quello che resta Gli ultimi alberi a bruciare, estingueranno l’incendio. Questa è benzina Fomenti memorie Meccaniche sommerse Ragnatele in risonanza Quello che non ricordiamo. Un’unica assenza Trasparenze di piombo Soglia violenta all'età adulta Inseguiamo quello che è stato perso, che questa notte sarà sogno. Nei tuoi occhi arrivò la luna, e furono lacerazioni. La gravità àncora la paura al fondo Una marea triste, di pietra davanti all’illusione Basse frequenze, richiamo selvatico Nomadi nel fango Sognano l’arma che taglierà quella testa l’empatia non trova posto attorno al potere. Il tessuto dei doveri, oracoli senza lingua Scoprimmo quanto amaro sia Essere Promuovevi conflitto accoglievamo malattia. Fiori di un altro Impero I nati oggi, il sacrificio che avete scelto.