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La Metafisica, dopo il Futurismo, è l’altro grande contributo italiana alle avanguardie storiche del Novecento. Per la sua palese figuratività, esente da qualsiasi innovazione del linguaggio pittorico, per alcuni la Metafisica viene esclusa dal contesto vero e proprio delle avanguardie. Essa, tuttavia, fornì importanti elementi e contenuti per la nascita del Surrealismo, l’ultima tra le avanguardie. Protagonista ed inventore di questo stile fu Giorgio De Chirico. Iniziò a fare pittura metafisica già nel 1909, anno di nascita del Futurismo. Ma rispetto a quest’ultimo movimento, la metafisica si colloca decisamente agli antipodi. Nel futurismo è tutto dinamismo e velocità; nella metafisica predomina un'atmosfera immobile. Non solo non c’è la velocità, ma tutto sembra congelarsi in un istante senza tempo, dove le cose e gli spazi si pietrificano per sempre. Il futurismo vuole totalmente rinnovare il linguaggio pittorico; la metafisica si affida invece agli strumenti più tradizionali della pittura: soprattutto la prospettiva. La Metafisica, come movimento, sorse solo nel 1917, a Ferrara, dall’incontro tra De Chirico e Carlo Carrà. Alla corrente metafisica aderirono, seppure a tratti, altri pittori italiani, tra cui Alberto Savinio, fratello di De Chirico, Filippo De Pisis, Mario Sironi e Felice Casorati. Nel 1921 il gruppo della Metafisica era già sciolto, dato che la maggior parte dei suoi protagonisti avevano prese strade diverse. Rispetto ad altre correnti pittoriche che si stavano affermando nel primo Novecento, la Pittura Metafisica si caratterizza per l'ordine e la chiarezza compositiva. Le rappresentazioni raffigurano oggetti e forme riconoscibili, collocati in spazi ben definiti dal punto di vista architettonico, ma i vari elementi sono combinati in maniera assurda, senza un nesso apparente tra loro. I quadri Metafisici ricordano palcoscenici, su cui sono allestite rappresentazioni paradossali: lo sfondo stesso sottolinea il silenzio e l'immobilità dell'aria. La perfezione degli oggetti reali così collocati, pone queste opere d'arte al di fuori della realtà, da cui la denominazione "Metafisica".