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Resa famosa dal capolavoro di Dumas è riserva protetta dal 1971. Solo 75 persone al giorno possono entraci e non può essere circumnavigata. Ha un custode tutto speciale, che la sorveglia e la protegge: il comandante dei carabinieri Giovanni Quilghini «Scusi, mi aspetta cinque minuti?». Il comandante Giovanni Quilghini non ha neppure iniziato a illustrare la storia geologica di Montecristo quando si blocca di scatto: ha avvistato una capra che pascola al di fuori della zona recintata. In pochi balzi tra i massi, con la stessa agilità e rapidità dell'animale simbolo dell'isola, ridiscende dal punto a mezza altezza dove siamo saliti, con la spiaggia in lontananza, per raggiungere la capra e costringerla a tornare nei ranghi. «Sono dei brucatori formidabili, i forestali le chiamavano \"il rasoio del bosco\"», spiegherà poi, introducendo un tema chiave per la salvaguardia di Montecristo: il difficile equilibrio tra la capra, simbolo di questo grande scoglio in mezzo al mare, e la sua selvatica e delicatissima flora. Vietato nuotare e circumnavigare l'isolaQuilghini, forestale e oggi ufficiale dei carabinieri (da quando, nel 2016, il primo corpo è stato assorbito nell'Arma), guida il reparto per la biodiversità di Follonica, la squadra di uomini che si occupa della salvaguardia di Montecristo. Il libro di Alexander Dumas che ha consegnato a fama imperitura la «sua» isola, non l'ha letto. Ma a differenza dello scrittore, che la vide e ne fu ispirato senza mai mettervi piede, il comandante e i suoi uomini ne hanno calcato ogni angolo, ne conoscono ogni cala, hanno sperimentato le asperità delle sue ripide salite, fino al picco di 645 metri. Ogni quindici giorni si danno il cambio perché resti sempre qualcuno a presidio di questo paradiso aspro e blindatissimo, la più orientale delle isole del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, che è riserva protetta dal 1971 e riserva biogenetica dal 1977. Nei mille metri intorno a Montecristo non si pesca e non si nuota, neppure per un tuffo di pochi secondi. L'isola — in tutto 16 km di costa — non può essere circumnavigata: si può arrivare solo entrando perpendicolarmente nel piccolo molo di cala Maestra. Non che farlo sia così scontato: sono ammesse solo imbarcazioni fino a 15 metri, al massimo una al giorno e occorre fare presentare una domanda scritta. Si attracca solo al molo o a una boa poco distante: ancorare è impensabile, «danneggerebbe la posidonia che ricopre il fondale sabbioso», precisa Quilghini. Il numero chiusoSe lui concede il lasciapassare, varrà la pena riempirsi bene gli occhi: «Prendiamo nota dell'imbarcazione e delle persone a bordo: chi entra poi dovrà aspettare tre anni per poter tornare. Questo sia per scongiurare il fenomeno dei noleggiatori sia perché l'obiettivo è far godere dell'isola a quante più persone è... ( Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/iso...