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A colloquio con Debora Marchiori, Specialista Urologa, Bologna http://www.deboramarchiori.it/ “Una delle domande che mi pongono molti pazienti, molte pazienti, è l’età dei disturbi urinari. In questo video vorrei focalizzarmi sui disturbi urinari della donna perché oggi rappresentano un po’ la novità, soprattutto per quanto riguarda il costume. Noi siamo abituate a pensare che solo le donne molto anziane portano il pannolone, che i disturbi urinari nelle donne sono l’incontinenza della donna anziana, ma purtroppo non è così. E questa è una condizione molto grave perché sono abituata a gestire tantissime donne anche di giovane età, anche adolescenti, che vengono alla mia osservazione disperate perché hanno dei disturbi urinari e non trovano il loro interlocutore. Questo accade perché una ragazza di 15-16 anni che manifesta un disturbo come un aumento della frequenza minzionale o delle cistiti ricorrenti ha un suo percorso, un percorso difficile, accidentato, prima di giungere all’attenzione di un interlocutore che sappia dare delle risposte. Anzitutto, l’età dell’adolescenza è un’età difficile, dove non sempre c’è una apertura tra figlio e genitore. Anche io sono mamma, ho una ragazza adolescente quindi capisco quelle che sono le problematiche, perchè una ragazza tenda a non aprirsi a chiedere alla mamma aiuto. In questo caso invece diventa fondamentale il rapporto madre figlia perché anche solo rivolgere l’attenzione a queste problematiche vuol dire occuparsi di una parte della sua vita sociale. Sono ragazze che molto spesso devono chiedere più volte di andare in bagno a scuola e magari l’insegnante pensa che questo sia un problema legato alla disattenzione nei confronti delle lezioni. Invece è importante capire che dietro questa necessità c’è qualcosa di più grave che si risolve, quindi senza farne un dramma, però va affrontato. Quindi è importante aprirsi e portare prima di tutto la ragazza dal ginecologo perché è lo specialista che è più vicino alla donna. E poi, se il ginecologo non è in grado di capire, perché logicamente ognuno fa il suo lavoro, non per togliere nessuna validità ai colleghi, allora l’importante è che venga portata da un urologo. Trascurare questi disturbi già dall’adolescenza vuol dire portare a una pessima qualità di vita le ragazze che poi devono affrontare una giovinezza e una fase della fertilità perché i disturbi si accumulano. Quindi, la prima cosa da fare è capire innanzitutto se ci sono delle infezioni urinarie trascurate. E poi capire quando si manifestano questi sintomi, spesso si manifestano dopo i primi rapporti sessuali....basta andare dallo specialista e parlarne apertamente perché per noi è molto importante capire qual è l’origine di queste problematiche. C’è un altro grosso problema: il problema del passaggio dalla gestione pediatrica alla gestione della giovane donna. Non è sempre facile riuscire a trovare l’interlocutore che si occupi di questa fase delicata. Però, anche quando si fanno dei tentativi e molto spesso dall’altra parte non si trova la chimica giusta e non ci si capisce, la ragazza non trova l’interlocutore con cui aprirsi, allora bisogna cambiare, bisogna cercare, non bisogna arrendersi perché è molto importante risolvere questi problemi. E allora voi mi chiedere perché una ragazza, una adolescente, può avere dei disturbi urinali? Il problema può essere fondamentalmente di due tipi, il primo che è il più semplice, è che ci sia un’alterazione ormonale nei cicli, per cui l’effettiva concentrazione di estrogeni che la ragazza produce non sia talmente efficace da creare un solido tessuto a livello urinario e in questo caso si ha una situazione analoga a quella della menopausa per cui a livello urinario, là dove ci sono le terminazioni nervose, dove arrivano gli impulsi, non c’è un epitelio cosi strutturato da proteggere questi vasi e nervi che sono sempre eccitati e quindi danno sempre questo senso di frequenza minzionale, minzioni, anche a riempimenti in cui la vescica non dovrebbe dare questi impulsi. ... noi siamo una diversa dall’altra, costituzionalmente i tessuti non sono tutti uguali e ci sono donne che hanno degli epiteli più assottigliati rispetto a delle altre, le donne che hanno delle carnagioni chiare, le donne che sono bionde, ma anche le donne non bionde che comunque hanno una particolare fragilità della cute. Quindi non ci dobbiamo spaventare, dobbiamo sapere che c’è una soluzione e dobbiamo avere un buon rapporto con queste ragazze, portarle da degli specialisti per risolvere questo problema senza creare in loro una problematica psicologica che le porta a chiudersi nella loro stanza, rifiutare di andare a scuola, preferire la didattica online rispetto alla frequenza perché con la didattica online basta spegnere la telecamera e ci si può recare in bagno, non uscire con gli amici, perché questo sarebbe davvero grave. A discapito invece di terapie efficaci che danno un risultato e una buona qualità di vita. “