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Nella zona di esclusione di Chernobyl, in Ucraina, diversi cani liberi discendenti diretti degli animali domestici lasciati indietro durante l'evacuazione sono improvvisamente diventati blu. In queste ore stanno infatti circolando molto alcuni video che mostrano questi cani con un mantello di un intenso blu acceso, cosa che sta anche attirando l'attenzione dei ricercatori e dei volontari che si occupano degli animali del posto, generando non poca preoccupazione. Il fenomeno è stato segnalato dal gruppo Dogs of Chernobyl, che da anni segue e monitora la popolazione canina dell'area che ha riconquistato gli spazi abbandonati dagli esseri umani dopo il disastro del 1986. "Non sappiamo cosa stia succedendo. Gli abitanti del posto ci chiedono perché i cani siano diventati blu, visto che la settimana scorsa non lo erano", hanno scritto sui social, condividendo il video che ha rapidamente fatto il giro del web. Le immagini mostrano animali apparentemente sani, curiosi e in movimento, ma il colore del loro mantello rimane per il momento un mistero. Gli esperti stanno cercando di catturare alcuni individui per analizzare il pelo e il sangue, così da capire meglio l'origine e la composizione chimica del colore. L'ipotesi più probabile, per ora, è che i cani si siano rotolati o abbiano dormito in aree contaminate da sostanze industriali, magari residui di vecchie fabbriche o depositi abbandonati ancora presenti in zona. Da anni gli scienziati studiano assiduamente i cani della zona di esclusione, una popolazione unica al mondo. Analisi genetiche recenti hanno infatti mostrato che questi animali hanno subìto mutazioni genetiche distinte e diverse da qualsiasi altra popolazione canina, anche se secondo alcuni studi non pare siano direttamente alle radiazioni. Tuttavia, le mutazioni genetiche e le radiazioni non possono spiegare un cambiamento cromatico così improvviso e omogeneo del pelo. È quindi più plausibile che il colore blu improvviso derivi dal contatto con pigmenti o composti chimici presenti nel suolo o nelle strutture abbandonate, forse liberati dopo piogge intense o lavori di scavo. Ma finché non saranno completate le analisi, il fenomeno resta un enigma a metà tra curiosità scientifica e segnale d'allarme ambientale. Nel frattempo, i volontari continuano a portare cibo, cure veterinarie e a sterilizzare a questi cani "radioattivi", come spesso vengono chiamati con un misto di affetto e timore.