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Ipertrofia prostatica e impotenza: qual è la causa?

Uno dei problemi che maggiormente affligge il paziente IPB è il deficit erettile, che può arrivare a forme più o meno gravi di impotenza. Perchè? Ecco come ci chiarisce questo problema la Dott.ssa Debora Marchiori, Specialista Urologa. Per saperne di più http://www.deboramarchiori.it/ “Uno dei fenomeni che frequentemente si manifesta in urologia è l’impotenza associata all’ipertrofia prostatica. Questo è un fenomeno comune che è legato sia al fattore dell’età, l’ipertrofia prostatica si manifesta con l’avanzare dell’età, dai 50 anni in poi, e quindi si associa anche un fenomeno di andropausa, anche il circuito ormonale ad una certa età inizia ad avere un po’ di problematiche. Questo non significa che un uomo dopo i 50 anni perda la sua attività sessuale, diventi incontinente o necessiti di un pannolino. Ѐ un’evoluzione dei tessuti che noi riusciamo benissimo a correggere ma che comunque va tenuta in considerazione, quindi un tagliando vale sempre la pena farlo a 50 anni. Ma perché si manifesta l’impotenza? Tolto il discorso ormonale di cui ho appena parlato, cioè il testosterone si riduce e i testicoli tendono ad atrofizzarsi, anche l’ipertrofia prostatica di per sé è un elemento che porta all’impotenza. Questo perché i nervi dell’erezione, cioè i nervi erigentes, decorrono parallelamente alla ghiandola, se questa si ingrossa, li schiaccia e vi si appoggia sopra. Quindi l’effetto a livello neurologico si riduce, c’è una forma di neuroprassia. Avete mai provato a stare su una gamba per molto tempo, questa si addormenta, e la sensazione è quella di non sentire più l’arto? Nello stesso modo, se la prostata si appoggia perché ingrossata in modo importante sui nervi erigentes ovviamente li addormenta e il fenomeno dell’erezione, che è regolamentato dai nervi, si riduce. E poi di fianco a questi nervi, in quello che viene chiamato fascio neurovascolare, passato le arterie e le vene e anche queste vengono compresse. C’è un sequestro di sangue a livello della prostata che comunque si ingrossa e si crea una situazione di poca ossigenazione al tessuto cavernoso. Il nostro cervello non deputa più importante questa zona perché deve preferire altri distretti da ossigenare e in questo modo c’è una sorta di atrofizzazione proprio perché l’ossigenazione e la vascolarizzazione si riducono, quindi l’organo è meno efficiente. Questo non vi deve spaventare, dovete innanzitutto curare l’ipertrofia prostatica e poi sicuramente attivare il vostro urologo affinché venga ossigenato nuovamente il tessuto e venga garantito quindi il massimo della vascolarizzazione a un organo che riprende tranquillamente quando viene riabilitato. “