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TUMORE DEL FEGATO E TUMORE DELLE VIE BILIARI: DISPONIBILE IN ITALIA L'IMMUNOTERAPIA CON DURVALUMAB IN PRIMA LINEA CHE NEGLI STUDI HA DIMOSTRATO DI MIGLIORARE LA SOPRAVVIVENZA DELLE DUE FORME PIU' FREQUENTI DI TUMORE PRIMITIVO DEL FEGATO I tumori gastrointestinali rappresentano ancora una sfida aperta per una corretta gestione perchè hanno sintomi spesso aspecifici, che possono essere confusi con disturbi più comuni, e questo fa sì che spesso vengano diagnosticati in ritardo. Due tumori a carico del fegato e delle vie biliari sono l'epatocarcinoma (o tumore del fegato) che si sviluppa spesso come conseguenza di una cirrosi epatica (magari legata ad una infezione da epatite B o C) e il colangiocarcinoma, forma più rara ma in costante aumento. Per questi pazienti oggi sono disponibili nuove opzioni terapeutiche, in particolare l’immunoterapia con durvalumab in prima linea che ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza delle due forme più frequenti di tumore primitivo del fegato: il carcinoma epatocellulare, che ha origine dagli epatociti (le cellule del fegato), e il colangiocarcinoma, che deriva dalle cellule delle vie biliari (i canali che trasportano la bile dal fegato all’intestino). Alla luce delle evidenze, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità di una singola dose iniziale di tremelimumab con durvalumab seguita da durvalumab in monoterapia per il trattamento di prima linea dei pazienti adulti con carcinoma epatocellulare avanzato o non resecabile. Una importante nuova opzione terapeutica frutto della ricerca di Astra Zeneca che va incontro ai bisogni dei pazienti, soprattutto se in fase avanzata di malattia.