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UN BULLO DI NOME ANANAS C’era una volta un ananas vanitoso e superbo, che si credeva il più bello e affascinante della cucina e si divertiva continuamente a prendere in giro e a bullizzare tutti gli altri frutti. Fiero e orgoglioso della sua chioma, della sua statura e del suo sapore esotico, prendeva di mira soprattutto la banana, seppur la conoscesse da tempo, perché erano nati nello stesso paese. Ridendo a crepapelle insieme agli altri ananas, la prendeva in giro perché era gobba e le diceva: “Hai un corpo davvero orribile e ogni giorno diventi sempre più gobba e incurvata”. La povera banana, umiliata e offesa, piangeva tutta sconsolata. Un giorno, notando una pera che era appena stata acquistata, l’ananas scoppiò in una sonora risata. “Ma chi è questa sederona?”, domandò divertito agli altri ananas. “Hai un sedere davvero enorme, quand’è che ti metti a dieta?”. La pera, che era nuova e non conosceva nessuno, iniziò a singhiozzare vergognandosi del suo aspetto. Allora arrivò in sua difesa il melone, ma ben presto anche lui fu deriso dall’ananas e dai suoi amici, che gli dissero: “Taci, melone-ciccione! Di che ti impicci? Pensa per te che sei il più grasso e tondo della cucina e non farti più vedere qui intorno”. Sconsolato e depresso, anche il melone se ne andò, mentre l’ananas gli urlava: “Rotola via, ciccione, che fai prima!”. Qualche tempo dopo, la banda degli ananas, capeggiata dal suo leader, iniziò a prendere in giro la fragola per la sua pelle. “Sei piena di brufoli! Hai la faccia costellata da orribili puntini! Sei davvero brutta!”, le diceva. Gli ananas ridevano, mentre la povera fragola si sentiva ogni giorno più brutta. Poi toccò a chicco d’uva. “Ma chi è questa nullità?”, chiese l’ananas ai suoi amici guardando l’acino d’uva dall’alto in basso. Le prese in giro continuarono per giorni, fino a che una sera l’ananas, sghignazzando, disse all’acino che senza gli altri chicchi d’uva non era nessuno e non era neanche degno di chiamarsi "uva". L’acino d'uva, preso dalla disperazione, iniziò a rotolare e si buttò giù dal tavolo, ammaccandosi in più punti. Nessuno aveva il coraggio di affrontare l’ananas che, conoscendo il punto debole di ogni frutto, sapeva esattamente cosa dire per far affondare ognuno di loro nella vergogna, nell’imbarazzo e nella disperazione. Un pomeriggio, però, la piccola Maria decise di preparare una macedonia per fare una sorpresa alla mamma. Sbucciò la banana e la tagliò a rondelle, tagliò il melone e lo scavò con un cucchiaino, sbucciò la pera e la tagliò a pezzetti, lavò le fragole e gli acini d’uva e li tagliò a metà. Poi fu il momento dell’ananas, che non vedeva l’ora di essere mangiato per deliziare gli umani con il suo sapore zuccherino. Ma Maria non sapeva davvero da che parte iniziare per tagliarlo. Bisognava eliminare quel grosso ciuffo che l’ananas aveva sulla testa, serviva un coltello più lungo e affilato per togliere la buccia spessa e poi il frutto era troppo grosso. Maria ebbe paura di farsi male, serviva l’intervento di un adulto. Così lasciò l’ananas in disparte e non lo mise nella macedonia. Isolato e scartato, l’ananas si rese conto che anche lui aveva dei difetti e capì come si erano sentiti gli altri frutti per colpa delle sue crudeli umiliazioni. Così si scusò con ognuno di loro e da quel giorno non prese mai più in giro nessuno. 🎂🍰 Seguici anche su Facebook! / pasticciotti.it e su Instagram: i_pasticciotti_it