У нас вы можете посмотреть бесплатно John Princekin / UN SOGNO RICORRENTE / Stereophonics или скачать в максимальном доступном качестве, видео которое было загружено на ютуб. Для загрузки выберите вариант из формы ниже:
Если кнопки скачивания не
загрузились
НАЖМИТЕ ЗДЕСЬ или обновите страницу
Если возникают проблемы со скачиванием видео, пожалуйста напишите в поддержку по адресу внизу
страницы.
Спасибо за использование сервиса ClipSaver.ru
disco acquistabile su www.xvireligion.com . Testo : Lunardi Stefano ( John Princekin) Beat : Lunardi Stefano (John Princekin) Instagram : Johnprincekin . . . Facebook.com/banche16 www.16barre.com Testo: Un sogno ricorrente Ho sognato l’acqua dentro i miei polmoni, latta nel cervello per lo scorrere dei miei neuroni Un fondo buio come uno strapiombo verso il nucleo vivo e un suono da laggiù che m’attirava come un filo Sono sceso ho visto una luce che m’ha colpito, una voce che m’ha rapito, una pace che m’ha stordito chiesi aiuto verso l’alto di questo crepaccio, mi rispose il cielo rimbalzando in un tunnel di ghiaccio petali… rossi come il sangue sopra la mia pelle e un vortice di fuoco verso il cuore delle stelle sparato alla velocità del tempo e delle particelle fino all’esplosione delle due torri gemelle vidi le persone… volare come sacchi di cemento, dai piani superiori dell’incendio poi la torre… come in rewind ricomporsi e la calma tornare rapida ad imporsi RIT. L’ho stretto fra le mie mani, ed ero solo sullo scoglio dove mi tuffavo da bambino L’ho stretto fra le mie mani, e le stelle luccicare nella luce del mattino Aprii la mano… spira un vento calmo sopra la risacca… passa sul mio palmo e lo stacca Non ho provato più nessuna rabbia mentre lo guardavo correre verso la sabbia. Poi vidi le foglie alzarsi dalle strade galleggiare e ritornare ad attaccarsi male Poi saldarsi e tornare verdi, per richiudersi in boccioli ed affondare dentro i rami secchi I novanta… e i primi cellulari sulle nostre mani e la grande speranza nel domani magari… Mia madre che rideva con mio padre, mentre la grande folla alla TV guarda un muro che a Berlino crolla Gli anni cinquanta coi capelli al vento nelle cinquecento, gli anni 40 e i campi di concentramento L’ottocento… la grande casa del padrone e un Mississippi lento scorrere fra i campi di cotone L’America selvaggia, dagli alberi una faccia… guarda grandi navi avvicinarsi sulla spiaggia L’anno mille… poi l’anno zero… poi il sole che si stacca, nell’alba di un’immensa bolla d’acqua RIT. Civiltà talmente progredite che come te lo spiego? Noi in confronto a loro siamo al medioevo Si susseguono e sprofondano… una sopra l’altra come quando cade un castello di carta La terra si fa incandescente e sanguinando lava spara tutta l’acqua in cielo in una nube chiara La Terra si fa polvere e si perde in ogni cosa, il Sole inizia a fondere nei tratti di una nebulosa Il buio si fa luce ed è un cammino tutti in fila, l’Universo in un respiro si ritira e tutto s’avvicina Dritti verso il centro prima la materia e dopo il tempo si comprimono ad anello in un solo granello Che ho stretto fra le mie mani, ed ero solo sullo scoglio dove mi tuffavo da bambino L’ho stretto fra le mie mani, e le stelle luccicare nella luce del mattino Aprii la mano… spira un vento calmo sopra la risacca… passa sul mio palmo e lo stacca Non ho provato più nessuna rabbia mentre lo guardavo correre verso la sabbia.