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* Il conservatore del Museo presenta il progetto di riallestimento del Monumento Fieschi inaugurato ad aprile 2024 al Museo Diocesano di Genova grazie all'importante sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo. Parliamo di Rinascita di un capolavoro perché l’eccezionalità del progetto e la sua complessità si sono immediatamente palesate sin dalla riscoperta dei 124 frammenti e durante tutti i 40 mesi di lavoro, ossia dallo smontaggio del monumento, all’intervento di restauro, all’assemblaggio dei frammenti architettonici, alla realizzazione delle opere murarie per creare lo spazio espositivo, la creazione e la produzione delle strutture allestitive, lo studio per la complessa collocazione dei singoli frammenti. Il risultato ha confermato le ambizioni iniziali, riuscendo a presentare in una chiave espositiva attendibile i 124 frammenti restanti di questo grandioso apparato funebre, uno dei più importanti della cultura gotica italiana, senza una pretesa ricostruttiva – impossibile sia per la mancanza di dati storici e figurativi, che di porzioni andate perdute o al momento non ancora individuate – ma con la precisa volontà di fare grandi passi avanti, rispetto ai tentativi messi in opera nel passato. Si è voluto dar conto dell’imponenza e dell’ambiziosa grandezza di quello che è stato, insieme alla tomba di Margherita di Brabante di Giovanni Pisano, il complesso scultoreo più importante e il più conservato, nonostante le lacune, del Trecento genovese tra gli apparati funebri trecenteschi che ornavano le chiese della città nel XIV secolo. Ecco una breve sintesi della storia del complesso scultoreo: Il Cardinale Luca Fieschi (1270-1336) figura di spicco della curia romana, nipote di due papi (Innocenzo IV e Adriano V) e capo della sua casata, grazie alle armi diplomatiche, al prestigio di cui godeva e alla ricchezza personale, fu il primo ad ottenere di essere sepolto in Cattedrale, in un maestoso monumento funebre probabilmente collocato nel presbiterio di fronte alla Cappella che già custodiva le ceneri di San Giovanni Battista, culmine di un disegno egemonico e familiare, politico-ideologico e personale, che coinvolge tanto la Cattedrale e le sue venerate reliquie - dal Sacro Catino alle Ceneri del Battista - quanto la stessa presenza della potente casata in città. Questo monumento, descritto come una delle sepolture “più magnifiche d’Italia (…), tutta marmorea, e piena di numero grandissimo di Statue, Arche, e Colonne in grandezza, e in altezza notabile” fu realizzato tra il 1336 e il 1345 circa da una equipe di scultori di educazione pisana della generazione successiva a Giovanni Pisano; già nel Seicento fu demolita e ridotta all’interno della Porta del Soccorso in Cattedrale, preservando a vista solo i frammenti statuari. Le parti architettoniche furono poi ritrovate alla fine del XIX secolo durante i restauri della Cattedrale di San Lorenzo, trasferiti nel Museo di Sant’Agostino e riavvicinati da Orlando Grosso su una parete della chiesa di Sant’Agostino; nel 1991 tutte le componenti del complesso funebre (provenienti dalla Cattedrale e dal Museo di Sant’Agostino) furono trasportate nel Museo Diocesano e allestite al piano interrato. Nel 2020 si è deciso di valorizzare questo complesso con il rinnovamento dell’esposizione museale, affidando l’incarico all’architetto Giovanni Tortelli. Consulenti: Paola Martini, staff Museo, Fondazione San Lorenzo Impresa Sociale: Coordinamento Clario Di Fabio e Francesca Girelli (Università di Genova) per l’indagine scientifica, Giovanni Tortelli (Studio GTRF Tortelli Frassoni) progettista e direttore dei lavori di allestimento,, * * Iacco Morlotti e collaboratori, restauratori Sciutto srl tecnici e operatori Video Realizzato da Mark Medrano