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L'originario nucleo abitativo di Cavenago si costituì probabilmente in epoca romana, ma il suffisso -Ago fa presuppore anche a una precedente presenza celtica. In epoca romana il comune di Caponago allora chiamato Caponiacum e successivamente Capunaco era una frazione (vicus) appartenente al comune (pagus) di Cavenago Brianza. Il più antico documento che attesta l'esistenza di Cavenago è un "Istrumentum" redatto dal notaio "Gervasus" il 3 Dicembre 873. In questo atto viene registrato l'acquisto effettuato dall'Arcivescovo di Milano, Ansperto degli Albizzi di Biassono, di alcune proprietà, precisamente case e terreni, ubicati "in loco et fundo Cavanacum", che precedentemente appartenevano ad Attone da Canomalo e a sua moglie Adeltruda e Desigelinda di Sauriate. I nomi longobardi menzionati in questo documento indicano come l'invasione longobarda e la successiva conquista franca abbiano alterato la precedente struttura di proprietà indigene. Questo viene confermato anche in un successivo atto datato 26 Febbraio 876 dove Cavenago viene descritta come una "Corte regia" sottoposta all'autorità dei Conti di Pavia, con il nome "Curtis de Cavanaco". Questo secondo documento è un "Diploma imperiale" con cui l'Imperatore Carlo il Calvo cedeva parte delle terre appartenenti ai conti pavesi all'Arcivescovo Ansperto. Questo gesto rappresentava un ringraziamento per il suo contributo all'incoronazione di Carlo il Calvo a Pavia e, di conseguenza, Cavenago divenne una delle sue proprietà feudali insieme a Ornago e Vimercate. Tre anni più tardi, l'arcivescovo destinò alcune di queste proprietà all'ospedale e al monastero collegato alla chiesa di San Satiro a Milano. In seguito alla chiusura di queste istituzioni, le proprietà passarono interamente al monastero di Sant'Ambrogio che già ne avevano ricevuto il patronaggio. Successivamente, rientrarono sotto la giurisdizione della Pieve di Vimercate. Nel corso del XIII secolo, il "Liber Notitiae Sanctorum Mediolani" fa menzione di due chiese nel territorio di Cavenago: San Giulio e Santa Maria. Attualmente, queste chiese sono identificabili rispettivamente come la Parrocchia di San Giulio e la chiesa di Santa Maria in campo. La famiglia Rasini trova menzione nel libro "Le grandi famiglie di Milano," opera di Matteo Turconi Sormani. Le radici di questa casata lombarda affondano nel XIV secolo, con l'ascesa di Carlo Guglielmo, notaio documentato nel 1337, le cui attività si estendono tra Busto Arsizio e Gallarate. Tuttavia, è Marc' Antonio Rasini a emergere come figura di spicco, celebre per aver diretto la costruzione della sontuosa villa di Cavenago e aver ottenuto nel 1573 il titolo di conte di Castelnovetto nel Pavese. L'impegno dei Rasini in investimenti fondiari si dimostra considerevole, tanto che nel 1558 le loro proprietà includono un totale di 7.603 pertiche. Il matrimonio di Marc' Antonio Rasini con Costanza Borromeo, figlia del conte Filippo, seguito da un secondo matrimonio con Claudia Visconti Borromeo, figlia di Fabio e imparentata con San Carlo Borromeo, amplifica il prestigio della famiglia, creando ponti con le due più influenti casate storiche milanesi. L'insediamento dei conti Rasini a Cavenago è quindi riscontrabile sin dai censimenti catastali del XVI secolo, che attestano il Conte Marc' Antonio Rasini quale possessore di diverse pertiche di terreno. Questi terreni variano tra "Bosco," "Arativo," "Avidato," "Brughiera" e "Arativo Incolto." Le evidenze sono avvalorate da un documento datato 8 ottobre 1558, in cui il tutore del conte valuta le sue proprietà. Un documento catastale alla fine del XVI secolo riporta la voce "Sito et horto: Pertiche 35" nell'elenco dei possedimenti di Marc' Antonio Rasini, verosimilmente indicando un edificio di rilievo, circondato da terreno adatto a giardino o orto. La villa attuale di Cavenago, edificata nel XVI secolo, sorse forse proprio a partire da questo edificio. Questo modello di sviluppo era una pratica in voga tra le famiglie nobili milanesi, le quali erigevano ville di campagna presso le loro tenute nelle quali passavano poi periodi di villeggiatura più o meno lunghi. L'architetto Martino Bassi, celebre anche per la cupola della Basilica di San Lorenzo a Milano e ville simili in Francia, sembra averne guidato la progettazione. Con il passare dei secoli, la villa ha subito varie trasformazioni, preservando comunque l'essenza del progetto originario. Divenne inoltre la dimora preferita di Claudia Visconti Borromeo, destinandole cure e decorazioni speciali. Tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, la villa è stata arricchita da numerose decorazioni. 0:00 introduzione 0:20 Chiesa di S.Maria in Campo 3:16 Chiesa di S.Giulio 4:07 Palazzo Rasini 10:13 Centro storico 11:00 Lazzaretto 11:33 Le Foppe #italia #viaggi #borghi