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Roma, (askanews) - Sconfitto il terrorismo italiano di matrice politica, oggi l'Europa fronteggia un terrorismo diverso, di matrice religiosa. Abbiamo chiesto a Giancarlo Caselli, che anche di terrorismo italiano si è occupato nei suoi quasi 50 anni di carriera, se dalle lezioni della nostra storia possiamo imparare qualcosa per combattere il terrorismo islamista. "Sono due mondi infinitamente lontani" dice Caselli. "Ma qualcosa possiamo ricavare dall'esperienza passata. Le Brigate Rosse credevano di voler far cadere la maschera 'falsa' di democrazia dello Stato per farne apparire la faccia secondo loro vera reazionaria, autoritaria, fascista. Per fortuna abbiamo rispettato le regole e non siamo caduti in questa trappola. E questo ha smontato le Brigate Rosse. La slavina dei pentiti comincia da qui, da quando le Brigate rosse si accorgono di non essere l'avanguardia di nessuno, di essere praticamente isolate. Più o meno, con mille differenze s'intende, dovremmo cercare di fare la stessa cosa oggi". "Non si può - conclude Caselli - non fare tutto il possibile per garantire la sicurezza, ma non dimentichiamo mai che senza diritti non c'è giustizia e senza giustizia non c'è pace. Bisogna trovare il punto di equilibrio fra sicurezza di tutti e rispetto dei diritti; certo è più facile dirlo che farlo, però secondo me è la strada giusta".