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Video di presentazione della 24^ edizione di Autunno in Barbagia a Bitti 🍁🍷💖 Bitti (Bitzi in dialetto locale), è un borgo di quasi 3.000 abitanti che sorge in provincia di Nuoro e fa parte dell'Unione dei Comuni del Montalbo. Antico borgo ‘di pietra’ della Sardegna centro-settentrionale famoso per un canto arcaico e una preziosa eredità della civiltà nuragica. È il centro principale della Barbagia settentrionale, che infatti un tempo era detta Barbagia di Bitti. L’allevamento ne ha fatto punto di riferimento nella produzione lattiero-casearia (in particolare di pecorino), una tradizione raccontata nel museo della Civiltà contadina e pastorale, allestito in una casa padronale nel centro del paese. Una sua sezione, il museo multimediale del canto a Tenore, è destinata all’arte del canto polifonico sardo che ha reso Bitti famoso nel mondo: è il luogo dove meglio è conservata una memoria atavica, la più viva testimonianza delle radici arcaiche della cultura sarda, tramandata da secoli da padre in figlio e legata alla poesia d’improvvisazione, che descrive momenti di vita agricola, pastorale e artigianale. L’importanza del canto è stata riconosciuta a livello internazionale con l’inserimento da parte dell’Unesco nel patrimonio intangibile dell'Umanità. Luogo ospitale e pieno di storia in cui la grande civiltà nuragica innalzò i meravigliosi monumenti del villaggio-santuario di Romanzesu, uno dei maggiori centri archeologici dell’intera Isola, e dove si stabilirono gli antichi Balari che sfidarono il potente Impero Romano. In tutto il circondario si incontrano numerose testimonianze preistoriche: domus de janas e menhir (chiamati in sardo perdas fittas ossia ‘pietre infisse’) raccontano una storia che risale al Neolitico mentre a partire dall’età del Bronzo si sviluppa la civiltà nuragica di cui si conservano le tipiche torri, le scenografiche sepolture, dette “tombe dei giganti”, oltre ai misteriosi ed affascinanti edifici sacri. Le origini del nucleo urbano risalgono probabilmente a una mansio romana (stazione di sosta) sulla strada che collegava Cagliari a Olbia. Molti reperti dell’età repubblicana e imperiale sono stati ritrovati nelle vicinanze della chiesa di Bonucaminu, a ovest dell’abitato attuale, e nel sito di Sa Patzata, da cui proviene l’iscrizione funeraria di un soldato romano di nome Decumo. Durante il Medioevo il paese appartenne, inizialmente, al Giudicato di Gallura e fu capoluogo della curatoria, da cui deriva il nome della regione storica: la Barbagia di Bitti.