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Il sito archeologico di Altilia comprende i resti dell'antica città romana di Saepinum, fondata nel 293 a.C., in prossimità del luogo dove un tempo sorgeva Terravecchia, città di epoca sannitica. Di questa città, che sorgeva su una montagna, si è conservato solo il perimetro delle mura. La città di Sepino ha pianta quadrangolare ed è anch'essa circondata dalle mura: il perimetro comprende una serie di torri a pianta circolare e vi si aprono quattro porte, che recano delle iscrizioni che fanno risalire la costruzione del complesso ad un periodo compreso fra il II e il IV secolo a.C. La Necropoli si trovava fuori dalle mura: da questa provengono diversi cippi funerari, delle edicole e delle epigrafi. Per quanto riguarda l'intera area archeologica, si sono conservati alcuni edifici, appartenenti al periodo della fondazione, tra cui una sorta di lavanderia e tintoria di tessuti e pelli, chiamata fullonica ed adibita alle attività di trasumanza. Numerosi sono anche i resti romani, tra cui il peristilio con colonne dai capitelli in stile ionico della Basilica e parte del Macellum, il vecchio mercato di generi alimentari. Interessante è anche la ricostruzione, nelle vicinanze della Necropoli, di due tipi di sepolture, ad ara, caratterizzata dalla presenza di un altare per i sacrifici e a tumulo, una sorta di camera interamente ricoperta dalla terra e circondata da lastre di pietra. La zona archeologica di Altilia, in prossimità delle abitazioni ricavate nella cavea del teatro, ospita inoltre il Museo Archeologico di Sepino. Il Museo custodisce diversi reperti rinvenuti ad Altilia e in particolare nella Necropoli, la maggior parte dei quali risalgono al periodo imperiale. Tra gli oggetti più particolari e curiosi sono da ricordare dei dadi, fibule, spille e una bambolina.