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Se Edoardo Caleffi è da anni un punto di riferimento nella ricerca e nella diffusione delle tematiche legate alla chirurgia plastica e alle ustioni lo si deve anche al fratello che ha determinato la sua scelta professionale. Se poi gli si chiede se si sia mai pentito di quella scelta, Caleffi risponde no anche se – sottolinea – la domanda andrebbe rivolta ai suoi pazienti e non a lui. Edoardo Caleffi è il direttore della struttura complessa di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, salito alla ribalta della cronaca, suo malgrado, per aver ridato il volto, ustionato e sfregiato dall’acido, a Lucia Annibali. Ridare un volto o ricostruire, riparare, correggere un qualsiasi parte del corpo, deformata o mutilata, è pur sempre “chirurgia dell’immagine”, ma per Caleffi non c’è parallelismo tra chirurgia plastica e chirurgia estetica. Chirurgia ricostruttiva rimane chirurgia dell’aspetto che non è semplice “involucro” perché all’aspetto deve corrispondere una sostanza. Ecco allora la chirurgia dei sentimenti, come la definisce Caleffi. In senso bilaterale, afferma: “Il sentimento ce lo deve mettere il chirurgo perché curare vuol dire prendersi cura e non è soltanto avere un pezzo di tessuto e plasmarlo. Quel pezzo di tessuto - dice - è nell’ambito di una persona che in quel momento ha bisogno di noi e che ha, nel risultato che si aspetta da noi, probabilmente, la necessità di cambiare un comportamento mentale e di conseguenza di vita”. Lucia Annibali è senza dubbio una paziente speciale perché lei è una donna speciale, ma trattata come i tanti altri che si rivolgono al centro di Parma, confida Caleffi che snocciola alcuni numeri: 140/ 150 ustionati all’anno presi in cura, che diventano duemila che si ustionano ogni anno in Italia. Sono circa trentamila i pazienti operati da Edoardo Caleffi, ma sicuramente l’incontro con Lucia Annibali e il suo coraggio, confessa, l’ha cambiato e gli ha insegnato tante cose. Lucia che adesso – racconta il chirurgo - si reca a Parma anche come volontaria al Centro Ustioni per aiutare a mangiare i pazienti ustionati che con le loro mani non sono in grado di farlo. Il consiglio non solo da medico che rivolge ai giovani è di metterci l’anima in qualsiasi cosa si voglia fare nella vita: “Se ci crede, se lo fa con passione, se butta il cuore al di là dell’ostacolo, sono sicuro che prima o poi emerge”. (Montaggio video: Roberto Pieri)