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Per individuare le aree colpite dai bombardamenti aerei alleati durante la Seconda Guerra Mondiale (si stima che siano state sganciate in Italia quasi 400.000 tonnellate di bombe) e i tratti di fronte interessati dalle Grande Guerra, il DISSGEA-–Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità, ha dato avvio alla realizzazione di un Sistema Informativo Geografico in grado di mappare il rischio di ritrovamento di ordigni bellici inesplosi (Progetto VRB). ll professor Aldino Bondesan sottolinea che «Si tratta di un progetto estremamente innovativo che prevede, in un’area di quasi 2000 km2, la realizzazione della prima cartografia del rischio bellico in Italia. Saranno integrati in un unico sistema informativo dati storici e geografici attraverso il contributo di specialisti diversi. Solo la provincia di Trento ed il Comune di Milano hanno avviato degli interessanti progetti di censimento sistematico, che però sono limitati ai soli bombardamenti aerei, mentre il Progetto VRB raccoglie ed analizza, con un approccio multisciplinare, un’enorme mole di informazioni, attingendo a decine di banche dati sia della Prima che della Seconda guerra, esaminando migliaia di documenti storici, rilievi aerofotografici e cartografia storica. Si abbandona quindi l’approccio meramente descrittivo degli eventi bellici del passato, e si restituisce una rappresentazione geograficamente rigorosa e scientificamente accurata, anche secondo le esperienze condotte all’estero, in particolare in Gran Bretagna, dove questi studi sono più avanzati" Dopo la Grande Guerra e la Seconda guerra mondiale, milioni di ordigni inesplosi, mine, proiettili di artiglieria, di mortaio e bombe d’aereo erano disseminati nel territorio italiano. Nel dopoguerra, per anni, il Genio militare, col contributo di operai civili (senza dimenticare i tanti “recuperanti”) ha rastrellato i terreni in una colossale opera di bonifica che ha provocato centinaia di morti. Sono stimate in alcune decine di migliaia all’anno i ritrovamenti di bombe e proiettili ancora sepolti e sono frequentissime le operazioni di disinnesco e brillamento da parte degli artificieri, che spesso obbligano a interrompere collegamenti stradali e ferroviari e ad evacuare migliaia di abitanti. Inoltre, i fronti della Grande Guerra interessarono il Piave e gli altipiani, su fasce ampie molti chilometri, soggette a bombardamenti a tappeto in grado di annientare ogni costruzione a ridosso delle linee. l Progetto VRB (Valutazione di Rischio Bellico) è un progetto di ricerca coordinato dal Prof Aldino Bondesan, frutto di un accordo quadro sottoscritto nel 2020 tra Etra Spa, l’Università degli Studi di Padova (DiSSGeA) e il Consiglio di Bacino Brenta e interesserà quasi cento comuni compresi tra il Padovano e le Prealpi. In particolare, saranno interessate le aree corrispondenti all’Altopiano di Asiago, l’area del Bassanese, parte dei Colli Euganei, l’Alta Padovana e la cintura urbana di Padova E’ prevista una durata degli studi di tre anni, con possibilità di prosecuzione e di estensione ad altri territori del Triveneto. Il progetto presenta delle importanti ed immediate ricadute applicative, potendo orientare le indagini che da circa dieci anni sono state rese obbligatorie al fine di garantire la sicurezza nei cantieri di scavo e ad indirizzare i provvedimenti di Bonifica da Ordigni Bellici (BOB). La grande quantità di ordigni bellici inesplosi ancora presente è determinata dell’inefficacia degli ordigni utilizzati. Le bombe guidate fecero la loro comparsa solo nella seconda parte della guerra ed in numero molto limitato, perciò si fecce massicciamente ricorso al munizionamento convenzionale con bombe a caduta libera. Si valuta che mediamente una bomba su dieci fosse difettosa. I sistemi di puntamento da alta quota (i bombardieri sganciavano da 6000 metri), benché perfezionati durante la guerra, mantenevano un margine di imprecisione molto elevato. Gli alleati avevano calcolato che per colpire un bersaglio di 20x30 metri, fossero statisticamente necessarie ben 9000 bombe. Sicuramente ne servivano molte centinaia per colpire un ponte o una stazione ferroviaria. Collabora anche il Dipartimento di Geoscienze, col coordinamento del prof. Matteo Massironi. Il progetto si trova ad uno stadio relativamente avanzato poiché usufruisce dei risultati di progetti correlati (Progetto ARCA – Archivio Cartografico e Aerofotografico della Prima Guerra Mondiale), Progetto Alisto e studi di cartografia militare condotti in particolare nell’area del fronte del Piave e in corrispondenza di alcuni obiettivi importanti dei bombardamenti alleati della Seconda Guerra Mondiale (i ponti sul principali fiumi: Adige, Brenta, Piave, Livenza, Tagliamento ecc., le principali città come Padova, Vicenza, Mestre, Porto Marghera, Cittadella, ecc.).