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Seul, (askanews) - Una comunità piccola nei numeri ma molto attiva aspetta Papa Francesco: sono i cattolici della Corea del Sud, destinazione del primo viaggio in Asia del pontefice. Un viaggio che ha un significato profondo per cristiani e non, date le implicazioni politiche e sociali: lo sguardo è rivolto alla Corea del Nord, nel programma c'è una messa speciale per la riconciliazione e la pace tra Seul e Pyongyang. "Sono molto orgogliosa che il Papa visiti la Corea come cattolica e cittadina coreana. Spero che questa visita aiuti la Corea a diventare più sviluppata, unita e più tollerante". "Non mi interessavano i Papi precedenti, ma la compassione di questo ha messo in luce diversi temi sociali. È generoso non solo con i cattolici ma anche con i seguaci delle altre religioni. In confronto agli altri Papi vive in modo molto semplice e modesto, penso di poter imparare molto da lui" dice un cittadino ateo. Tra i motivi della visita del Papa c'è l'incontro con la Chiesa coreana, che ha la particolarità di essere nata per iniziativa dei laici locali e non dalla missione di sacerdoti stranieri, segnata nel corso della storia da molti martiri: 124 uccisi per la loro fede nel 18esimo e 19esimo secolo vengono proclamati beati proprio da Francesco. "Questa beatificazione per noi è molto importante, è il risultato di anni di sforzi per far emergere i loro meriti" dice il parroco Raphael Kim Ta-Guen. Secondo l'ultimo censimento il 30% dei sudcoreani si dichiarano cristiani, il 23 buddisti: la maggior parte sono protestanti ma i cattolici sono in crescita con 5,3 milioni di fedeli, circa il 10% della popolazione. (immagini Afp)