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Essere soli non significa sentirsi vuoti o incompleti, ma ritrovare la connessione con sé stessi. Nel buddismo, il silenzio interiore e la solitudine consapevole sono strumenti di trasformazione che ci permettono di ascoltare la nostra vera natura. È in questi momenti che la mente si calma e il cuore si apre alla pace autentica. In questo video scopriremo dieci lezioni buddiste che rivelano la forza e la bellezza dello stare da soli. Prima di iniziare, se sei nuovo qui e sei interessato al buddismo, metti mi piace al video e iscriviti al canale. Lezione 1 – La vera compagnia è dentro di sé. Essere soli è spesso visto come un vuoto, un’assenza che spaventa. Nella nostra cultura, la solitudine è confusa con l’abbandono o con la mancanza d’amore. Eppure, se impariamo a guardarla con occhi diversi, scopriamo che non è un nemico, ma un rifugio. È nello stare da soli che possiamo ascoltare davvero la nostra voce interiore. In quel silenzio, nasce la possibilità di conoscerci a fondo. La vera compagnia è dentro di sé, perché nessuno ci accompagna in ogni istante quanto la nostra stessa mente e il nostro cuore. Gli altri entrano ed escono dalla nostra vita, ma noi restiamo sempre con noi stessi. Se impariamo ad apprezzare questa presenza, smettiamo di cercare costantemente conferme fuori. La solitudine allora non pesa, diventa un dono prezioso. Il buddismo insegna che la radice della sofferenza è l’attaccamento. Anche nelle relazioni, spesso cerchiamo di colmare un vuoto che crediamo di non poter sopportare da soli. Ma se comprendiamo che la pace può nascere dentro, non siamo più schiavi di questa ricerca. Chi trova compagnia in sé stesso cammina con passo leggero, senza paura dell’assenza. Stare soli non significa essere vuoti, ma avere lo spazio per osservare. Nella calma della solitudine possiamo vedere con più chiarezza i nostri pensieri, le nostre paure e i nostri desideri. Questo sguardo onesto ci avvicina alla verità su chi siamo davvero. E quando conosciamo noi stessi, scopriamo che non ci manca nulla. Chi impara a vivere bene con sé stesso non teme l’abbandono. Sa che, anche quando il mondo tace, il suo cuore è presente e vivo. Invece di sentirsi vuoto, si sente completo. Questa sicurezza interiore rende ogni momento più ricco, perché non dipende dalla presenza costante di altri per sentirsi in pace. La solitudine diventa allora un’occasione di crescita. È come un terreno fertile, dove possiamo piantare semi di consapevolezza e vederli fiorire. Se invece cerchiamo continuamente distrazioni, non diamo mai a noi stessi il tempo di maturare. Restare soli, anche solo per qualche istante, è un atto di coraggio e di amore verso sé stessi. Quando smettiamo di temere la solitudine, scopriamo una nuova libertà. Non dobbiamo più correre dietro a compagnie forzate o relazioni che non ci appartengono. Possiamo scegliere con chi stare senza paura di restare soli. Questo libera le nostre relazioni dall’attaccamento e le rende più autentiche e sincere. La compagnia interiore è fatta di silenzio, ma non è mai vuota. In quel silenzio impariamo ad ascoltare il respiro, a sentire il battito del cuore, a percepire la vita che scorre dentro di noi. Questo ci ricorda che siamo vivi, completi e parte di un tutto più grande. Non c’è bisogno di cercare conferme all’esterno per sentirci interi. Chi trova pace nella solitudine porta con sé un tesoro inestimabile. Non ha più paura di affrontare i momenti difficili, perché sa di avere già dentro ciò che serve. L’amore di sé, la consapevolezza e la calma diventano compagni costanti. Questa stabilità interiore è una delle più grandi conquiste spirituali. Molti fuggono dalla solitudine perché temono i propri pensieri. Ma affrontarli è l’unico modo per superarli. Nel silenzio impariamo a riconoscere ciò che ci fa soffrire e a trasformarlo. Così, ogni istante da soli diventa un laboratorio di crescita interiore. È lì che nasce la vera forza, quella che non dipende da nessuno. La vera compagnia è dentro di sé perché, alla fine, nessuno può conoscerci meglio di noi stessi. Quando abbracciamo la nostra interiorità, smettiamo di sentirci soli anche se siamo fisicamente soli. Ci accorgiamo che la solitudine non è un vuoto da riempire, ma uno spazio da abitare. È una porta verso la libertà e la pace interiore. Infine, chi conosce sé stesso non teme più il silenzio né l’assenza. Sa che dentro di sé c’è un mondo vasto, ricco di risorse, capace di offrirgli sostegno in ogni momento. Invece di vedere la solitudine come una mancanza, la vede come una possibilità infinita. Così, la compagnia più preziosa diventa quella che non lo abbandonerà mai: la propria essenza. #buddhismo #insegnamentibuddisti #riflessionebuddista