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0:08 1 - Cos'è la pressione alta? La pressione alta è quella patologia caratterizzata dalla presenza di elevati livelli esercitati dalla pressione sanguigna contro l'albero vascolare arterioso. Si definisce tale quando si registrano consecutivamente in più giorni, ad entrambe le braccia, valori stabilmente più alti di 140/90 mm di mercurio. Nel dettaglio, si definisce sistolica o massima la pressione che si registra nel momento in cui il cuore si contrae pompando il sangue nell'organismo attraverso le arterie. La pressione diastolica o minima si rileva, invece, nel momento in cui il cuore si rilassa durante la fase di diastole. Sono normali i valori di pressione sistolica entro 130 mm di mercurio. Sono normali i valori di pressione diastolica compresi tra 80 e 85. 1:12 2 - I sintomi della pressione alta La pressione alta, almeno nel breve termine, non comporta la presenza di manifestazioni sintomatiche evidenti, però è una condizione che rischia di peggiorare ed evolvere verso situazioni più severe se non vengono presi gli opportuni provvedimenti. Soprattutto se la condizione di ipertensione si prolunga nel tempo possono, apparire dei sintomi, in particolare il mal di testa o le epistassi, ovvero la perdita di sangue dal naso. Inoltre, il paziente che ha una pressione stabilmente alta o fuori controllo, può lamentare un offuscamento della visione, uno sdoppiamento della visione, un affanno o ancora le vertigini, il cosiddetto "capogiro". Anche nel corso di una gravidanza la pressione può aumentare, con conseguente rischio di complicanze e per questo motivo è importante monitorarla, quindi tenerla costantemente sotto controllo. Tra le complicanze possibili c'è una sindrome nota come pre-eclampsia, in cui oltre alla pressione arteriosa alta ci sono edemi, cioè gonfiore delle caviglie, proteinuria, presenza di proteine nelle urine, che è la spia di un possibile problema ai reni. A causa della pre-eclampsia, la placenta, quell'organo che porta sangue e sostanze nutritive al feto, rischia di andare in sofferenza, con conseguenti complicanze che da ciò possono derivare. 2:56 3 - Come curare la pressione alta Per curare e tenere sotto controllo la pressione arteriosa ed evitare soprattutto che degeneri in condizioni più gravi, più severe, è indispensabile adottare uno stile di vita sano in cui sono importanti l'esercizio fisico moderato di tipo aerobico e una dieta bilanciata. Gli interventi e le strategie terapeutiche, però, dipendono molto dal paziente, dalle sue caratteristiche e naturalmente dalla gravità dell'ipertensione. Laddove vi sia un'ipertensione di terzo grado, cioè valori stabilmente più alti di 180-110, è indispensabile avviare una terapia farmacologica, e anche a livelli di pressione più bassa, laddove vi sia un danno d'organo o non è adeguato il controllo con il solo stile di vita. Per trattare la pressione alta sono prescritti, nella maggior parte dei casi, diversi classi di farmaci diuretici, beta-bloccanti, ace-inibitori e antagonisti del recettore dell'angiotensina II, che sono inibitori del sistema arenina-angiotensina. Vi sono, poi, calcio-antagonisti e vasodilatatori ad azione diretta. 4:15 2 - I rischi della pressione alta I primi risultati di una terapia antipertensiva si vedono nel medio lungo termine. È infatti necessario attendere un periodo di tempo che è compreso fra le due e le sei settimane. Il paziente iperteso, rispetto alla persona che ha una pressione normale, ha un più alto rischio di essere colpito da patologie cardiovascolari anche potenzialmente fatali, quali infarto o ictus, o che vi sia danneggiamento di organi che soffrono particolarmente a causa di una condizione di ipertensione, in particolare encefalo, reni, oltre naturalmente al cuore. Il rischio di sviluppare delle complicanze è proporzionale al grado e alla severità dell'ipertensione. Quando la pressione è stabilmente alta, il cuore è sottoposto a uno sforzo superiore e può andare incontro ad una condizione nota come ipertrofia ventricolare sinistra, ispessimento delle pareti con ridotta elasticità e vi è un rischio aumentato della formazione di lesioni aterosclerotiche. Tutto ciò comporta un affaticamento anche a fronte di sforzi poco impegnativi e la comparsa di difficoltà respiratoria. Un'altra delle complicanze possibili in conseguenza dell'ipertensione potrebbe essere un ridotto apporto di ossigeno alle cellule, con conseguente alterazione della funzionalità degli organi. Ad esempio, in caso di ridotta ossigenazione del cervello, l'esito più grave è lo sviluppo delle malattie cerebrovascolari, compresa anche la demenza. Tra gli organi che possono subire conseguenze negative da ipertensione vi sono anche i reni. Le funzioni del rene, e su tutte la capacità di depurare l'organismo dei prodotti di scarto dei processi del metabolismo, vanno ad essere compromesse. I pazienti ipertesi hanno maggiore probabilità di accusare anche disturbi della vista.