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Odissea rientro Sardegna: così definisce Claudia Naseddu, paziente oncologica gallurese, quanto accaduto all’aeroporto di Milano Linate. Tra richieste di moduli interni della compagnia, certificati respinti e ore di attesa, il rientro verso Olbia è diventato un percorso a ostacoli. «Vergognoso. Alzerò un polverone», dice il padre. Il fatto Lunedì, allo sportello d’imbarco, a Claudia viene contestata la presenza di “punti”. Lei chiarisce: non sono metallici, sono solo di fissaggio esterno per il drenaggio e non creano rischi in volo. Presenta un certificato firmato digitalmente da uno specialista: prima accettato, poi rifiutato. Questa situazione ha reso il suo viaggio un’odissea di rientro per la Sardegna, chiedendole invece la compilazione di moduli B1/B2 della compagnia. La corsa tra sportelli e certificati Accompagnata alla Sala Amica, Claudia è dirottata al Pronto Soccorso aeroportuale. I medici si rifiutano di compilare moduli privati e non “internazionali”, ma redigono un nuovo certificato clinico. Con l’aiuto della Polizia aeroportuale si ottiene l’ok per il volo successivo. Intanto sono passate ore: stremata, è costretta a pagarsi una stanza d’hotel per riposare. Nessuna scusa dalla compagnia. «I sardi cittadini di serie B?» «Penalizzati da burocrazia e trasporti, chi viaggia per cure affronta costi extra e incertezze continue», denuncia la famiglia. La politica si muove: presentata un’interrogazione parlamentare per fare chiarezza e fissare regole uniformi nel rispetto della dignità dei passeggeri fragili. L’intervento di Giagoni: “Un’odissea inaccettabile per una paziente oncologica sarda” La vicenda di Claudia Naseddu ha immediatamente suscitato reazioni politiche. Il deputato Dario Giagoni (Lega) è stato il primo a denunciare pubblicamente il caso, parlando di «un episodio vergognoso che colpisce ancora una volta i sardi, trattati come cittadini di serie B». Giagoni ha presentato un’interrogazione urgente ai Ministeri di Trasporti e Salute, chiedendo di: accertare le responsabilità della compagnia; stabilire procedure uniformi e non discriminatorie per i passeggeri fragili; garantire il rispetto della dignità delle persone che viaggiano per cure. Secondo il deputato, «non è tollerabile che una paziente oncologica debba affrontare un calvario burocratico per poter tornare a casa. Il trasporto sanitario non può diventare un campo minato di regole interne e discrezionali». Una presa di posizione netta, che riporta il tema dei diritti dei pazienti sardi al centro del dibattito nazionale.