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Era la Seconda guerra mondiale; l’eruzione avvenne su suolo liberato dagli Alleati e fu documentata dagli operatori statunitensi e britannici presenti a Napoli. Giuseppe Imbò, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, seguì costantemente l’eruzione rischiando la vita 🔍 Fasi dell’eruzione Fase effusiva (18–21 marzo): due colate laviche (verso SE e N) hanno invaso San Sebastiano e Massa di Somma; evacuati circa 7.000 abitanti Fontane di lava (dal 21 marzo): otto fontane stromboliane fino a 4 km di altezza, cenere trasportata fino a 20 km verso est Esplosioni miste (22–23 marzo): colonna eruttiva di oltre 5 km, flussi piroclastici minori e valanghe incandescente; 23 vittime per crolli di tetti sotto cenere pesante Sismo-esplosiva (23–29 marzo): esplosioni più deboli, intensa sismicità e flussi dal cratere; emissioni di cenere chiara il 24 marzo imbiancarono il cono, attività terminata il 29 marzo 7 aprile: cratere ostruito, inizia la fase di condotto chiuso attuale ☠ Impatti e danni Comuni più colpiti: San Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Cercola (circa 10.000 evacuati) Paesi ricoperti da cenere: Terzigno, Pompei, Scafati, Angri, Nocera, Poggiomarino, Cava Vittime: totali stimate tra 21 e 26 morti, soprattutto per crolli sotto il peso della cenere Napoli evitò gravi danni grazie alla direzione dei venti Emissione di mofete (CO₂) prolungata fino alla fine del 1944 ☠ Stratigrafia e geochimica Strati depositati: iniziali colate laviche (fase 1), seguite da scorie delle fontane, lapilli, bombe e ceneri delle esplosioni miste e sporadici flussi incandescente Magma composizionalmente omogeneo: tra tefrite e fono-tefrite, senza variazioni significative tra le fasi Due fasi di cristallizzazione: iniziale a 16–8 km di profondità, seconda intorno a 8 km 📚 Fonti e approfondimenti Cubellis et al. (2016) Pappalardo et al. (2014) COLE & SCARPATI (2010) Cronaca diretta: Imbò (1949). 💡 Curiosità L’eruzione è stata uno degli unici eventi vulcanici documentati in tempo reale via cinegiornali dagli Alleati Segna la transizione definitiva del Vesuvio da condotto aperto (dal 1631) a condotto chiuso, periodo di quiescenza tuttora in corso