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Visitiamo un'installazione, un tempo segretissima, realizzata negli anni '50 allo scopo di garantire la sicurezza dei cieli italiani. Si tratta di una base top secret, gestita a partire dagli anni '60 dall'Aeronautica Militare collocata sulla cima al monte Venda, il più alto del colli Euganei vicino ad Abano Terme. Era la sede del 1 ROC (Regional Operation Center) nome in codice RUPE, e le sue origini risalgono alla guerra fredda. Negli anni 50, nell'ambito di un programma strategico della NATO, si pensò di realizzare qui un ponte radio integrato nella rete nazionale di telecomunicazioni, la cui sede sarebbe stata protetta da un solido bunker scavato nella roccia vulcanica. La base si compone di una struttura logistica esterna, dove si trovavano le antenne, palazzine alloggi, le mense, i circoli ecc, e da una zona operativa, realizzata completamente in galleria. La parte sotterranea è costituita da un tunnel principale lungo poco più di 1 km, nel quale sono state ricavate diramazioni e sale di dimensioni variabili. All'interno c'erano numerosi locali tecnici necessari a contenere l'impiantistica necessaria al funzionamento della base tra cui la centrale telefonica, la sala ricevitori HF, locali degli apparati di comunicazione, impianti di ventilazione, ecc. oltre alle sale operative. Il cuore della base era costituito dal blocco che ospitava le sale operative. Questo ambiente è stato ricavato scavando fino a 70 m di profondità una grande caverna in grado di contenere il volume equivalente a una piccola palazzina di 3 piani. Erano 3 infatti i livelli dedicati a questo settore, realizzati su una robusta struttura portante in acciaio. All'interno di questo blocco, c'erano 150 postazioni attive su 3 turni nell'arco dell'intera giornata. Vi risiedevano diverse agenzie, alcune delle quali con personale degli Stati Uniti. Inoltre c'erano numerose postazioni di controllo, sale briefing, uffici di comando, centri radio. Da queste sale si controllava tutta la rete radar della NATO, attraverso un avanzato sistema computerizzato denominato NADGE (Nato Air Defence Ground Enviroment), un sistema basato su elaboratori IBM di ultima generazione. In pratica questa base aveva il controllo totale su ogni oggetto che si trovasse a sorvolare i cieli del nord Italia, aspetto di vitale importanza per la sicurezza del paese negli anni della guerra fredda, quando si temeva un'invasione da parte del blocco orientale. Oltre alle funzioni di controllo, questa base poteva assumere anche ruoli di comando delle forze aeree in caso di attacco, ponendosi agli ordini diretti dal comando West Star, collocato nel bunker anti atomico presso Affi, e dal quale dipendeva direttamente. Da queste sale quindi, in caso di violazione dello spazio aereo, in pochi minuti potevano essere fatti decollare aerei intercettori, o nel caso di rischio imminente di attacco, potevano essere allertate le 15 basi lancia missili Hawk oppure le 12 basi NIKE. Ma la base del monte Venda è tristemente nota anche per storie di morti e gravi malattie tra i militari, causate dai 2 nemici invisibili che aleggiano tuttora nelle gallerie. Si tratta del famigerato gas radon e dell'amianto, presente del rivestimento di alcune parti e nelle vecchie condotte di ventilazione. La concentrazione del gas radioattivo pare sia 24 volte superiore al limite consentito, e negli ultimi 40 anni potrebbe aver provocato oltre 30 vittime tra il personale che ha trascorso buona parte della vita lavorativa all'interno di quegli ambienti malsani. La base ha cessato la sua operatività il 31 dicembre 1997, quando le sue funzioni sono state ritenute non più adeguate alle esigenze, in quanto a tale scopo è stata dedicato il più moderno e funzionale Comando Operazioni Aeree con sede a Poggio Renatico.