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Intelligenza artificiale nell'agricoltura

L’agricoltura sta attraversando da anni una profonda trasformazione, fatta anche di strumenti che amplificano la capacità umana di leggere la terra e interpretare i suoi segnali. L’intelligenza artificiale non sostituisce la mano dell’uomo ma la rafforza. Diventa un “aratro” in più, affilato e preciso, che scava in profondità e apre nuove possibilità. Luca Coviello, responsabile IA di Enogis, racconta un settore agricolo sempre più connesso, in cui i dati diventano alleati quotidiani. Ogni terreno ha la sua voce, sottile e costante, come un sussurro che l’uomo può finalmente ascoltare con chiarezza. L’IA non porta distacco, porta vicinanza. Permette di capire prima ciò che prima si intuiva soltanto. Anticipa stress idrici, intercetta variazioni minime di temperatura, fotografa la salute dei campi con uno sguardo analitico e veloce. Chi lavora la terra sa che ogni decisione pesa. Una scelta tempestiva può cambiare un raccolto. L’agricoltore, con la sua cultura e con la sua esperienza, resta protagonista. Le tecnologie intelligenti diventano strumenti che liberano tempo, aumentano precisione e migliorano i margini. Sapere prima significa agire meglio. Ogni informazione accurata restituisce libertà di scegliere con lucidità. In questo scenario l’IA non è un futuro lontano, ma un alleato che cammina accanto a chi coltiva oggi. Un aratro nuovo nelle mani di chi ha sempre fatto dell’esperienza il proprio sapere.