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Oggi affrontiamo un argomento che forse non tutti conoscono e che a me personalmente ha lasciato un po' perplesso quando l'ho scoperto: l'affidabilità a lungo termine degli SSD, specialmente quando non sono alimentati per un lungo periodo di tempo. Ho sempre pensato che una volta scritti i dati su un SSD (Solid State Drive), fossero lì per restare, proprio come su un vecchio hard disk meccanico, magari anche meglio, vista l'assenza di parti mobili. Beh, in realtà la situazione è un po' più complessa. Gli SSD utilizzano memorie flash NAND, che funzionano immagazzinando elettroni in celle di memoria. Il problema è che queste celle, pur essendo progettate per trattenere la carica per molto tempo, non sono perfette. Quando un SSD viene utilizzato regolarmente, il controller interno effettua periodicamente un processo chiamato "refresh" o "pulizia", che ricarica, o comunque verifica e stabilizza, lo stato di carica delle celle. Questo assicura che il dato rimanga integro. Ma cosa succede se l'SSD viene scollegato dal PC e lasciato in un cassetto per anni? Ecco il nocciolo della questione: senza tensione, l'SSD non può eseguire quel ciclo di manutenzione e le cariche elettriche nelle celle di memoria iniziano a degradarsi lentamente. Immaginatele come palloncini che si sgonfiano. Più il tempo passa, più la carica si disperde, finché lo stato di una cella, che rappresenta uno 0 o un 1, non diventa ambiguo e il dato si perde, o peggio, si corrompe. Le specifiche del settore, che ho avuto modo di leggere in alcuni documenti tecnici, sono piuttosto chiare su questo: per gli SSD di classe "consumer", la conservazione dei dati senza alimentazione è garantita per un periodo di tempo relativamente breve, spesso solo pochi mesi – a volte si parla di 6-12 mesi – se l'unità è stata sottoposta a un uso intenso o se conservata a temperature elevate. Più le celle sono state scritte e riscritte (usura), e più la temperatura di stoccaggio è alta, più velocemente si verifica questo fenomeno noto come "Data Retention" loss. Questo non significa che il vostro PC si sveglierà un giorno senza dati, perché un computer fisso o portatile viene usato e alimentato regolarmente. Ma solleva un serio campanello d'allarme per chi utilizza gli SSD come backup a lungo termine, staccandoli e riponendoli. Se avete un SSD pieno di foto o documenti importanti che non avete intenzione di usare per anni, sappiate che c'è un rischio concreto di perdere tutto il contenuto al momento in cui lo ricollegherete. Il mio consiglio è questo: non fidatevi degli SSD non alimentati per l'archiviazione a lungo termine (cold storage). Se dovete conservare dati per anni, la soluzione più sicura, ad oggi, rimane il vecchio ma affidabile Hard Disk Meccanico (HDD), i nastri magnetici, o un sistema di archiviazione cloud ben gestito. Se proprio dovete usare un SSD, collegatelo e accendetelo almeno una volta ogni 3-6 mesi per dargli la possibilità di fare il suo "refresh" interno. Fatemi sapere nei commenti se eravate a conoscenza di questo limite degli SSD e quale metodo usate voi per il backup dei vostri dati più preziosi! LINK: https://www.redhotcyber.com/post/atte... Abbonati al canale ed accedi ai vantaggi esclusivi riservati agli Abbonati: • Abbonamenti 2025 Mi puoi trovare anche qui, passa a trovarmi, è tutto GRATIS! TIKTOK --- / bozzo.me FACEBOOK --- / quell. . TELEGRAM ---- https://t.me/+bX5xeHQeNC5jOWZk #corsodicomputer #corsocomputerpensionati #michelebozzo #corsodicomputerbase #tutorial