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Giovedì 22 dicembre alle ore 21:00 Ecco le interviste delle #amichedicancro Oggi siamo Laura che da quando ha scoperto il cancro è diventata "La Tumorata di Dio" ❤️ "Quando sono nata i miei genitori erano indecisi su che nome darmi. Questo perché in principio eravamo due, Martina e Noemi. Poi una delle due si è fatta fuori (qualcuno dice che io l’abbia mangiata) e sono rimasta io. Ma non potevo essere ne Martina ne Noemi. Quindi mio padre mi ha chiamata con un nome provvisorio. Laura. Come la sua più bella delle fidanzate che ha avuto. Mia madre non l’ha presa benissimo. Fatto sta che questo nome transitorio si è trasformato in definitivo. E ci ho vissuto fino a giugno 2021 quando l’8 giugno ho ricevuto la mia diagnosi di carcinoma mammario ormone responsivo con metastasi linfonodali ascellari. In quel momento credo che Laura sia morta. In una di quelle prime notti insonni, passate a piangere e ad accarezzarmi i capelli lunghi a cui sapevo che avrei dovuto rinunciare, ho maturato l’idea che questo cancro altro non fosse che la mia gemella morta che da dentro si riprendeva uno spazio. Del tipo: finora hai vissuto tu. Da adesso vivo io. E mi manifesto con un bel cancro. Da quel momento insieme al mio nome, è cambiata tutta la mia vita. Niente è rimasto uguale. Una dopo l’altra, tutte le colonne portanti della mia identità sono crollate. Il mio amore per la vita. Il desiderio di stringere un mio bambino tra le braccia entro il 2022. Il mio sorriso. I miei capelli folti. Il mio bellissimo seno. La mia forma fisica. La mia energia sessuale prorompente. La mia energia in generale a dirla tutta. Il sonno ristoratore. Il sentire freddo. L’amore del mio compagno. Il mio compagno stesso. I miei “amici”. Poi il cancro ha attaccato anche mio papà. E lo ha attaccato per bene. Ci ha proprio detto “me lo prendo entro breve”. Mi sono sentita come una vittima di guerra con intorno solo macerie e cenere. Impolverata dei resti della sua vita passata. Provata della possibilità di un futuro. Da questa consapevolezza è nata latumoratadidio. No, non è solo un account Instagram. Se fossi sicura di non essere ricoverata in psichiatria, io mi cambierei nome all’anagrafe. Mi presenterei così. Perché al di là della crioconservazione degli ovociti, delle chemioterapie, della quadrantectomia con dissezione ascellare, delle radioterapie, del monnalisa touch, del decapeptyl, del l’exemestane, dell’abemaciclib e di tutti i dolori e le sofferenze che hanno generato, il tumore è sempre con me. Non mi lascia mai da sola. Non se ne va mai. È con me quando faccio la spesa. È con me quando lavoro. Quando vado in piscina. Quando abbraccio mio nipote. Quando bacio mia sorella e mio fratello. Quando abbraccio mia madre. Quando guardo negli occhi mio padre. Quando mi guardo allo specchio. Lui sono io. Non sono solo il mio tumore, indubbiamente. Sono anche il mio tumore. Lo sarò sempre. Perché il mio tempo non è più solo mio. È anche suo. Perché quando esco e voglio bere vino con le mie amiche, mi blocca la mano e mi dice: no così ingrassiamo. Soprattutto io. Poi sono cazzi. Rinizi da capo. Perché quando ho voglia di caramelle gommose, mi punzecchia il fianco e mi dice che a lui tutti quegli zuccheri gli fanno venire voglia di tornare in pista. E a me fanno ingrassare. Perché quando penso a me in una relazione sentimentale mi sussurra all’orecchio: chi vuoi mai che ci prenda? Con la tua forma? La tua menopausa? La tua scarsa libido? La tua attuale impossibilità di fare figli che potrebbe essere perenne? Con la tua aspettativa di vita? I tuoi continui disastri e le tue sfighe? E poi continua dicendo: ricordati di lui…se ne è andato. Perché era innamorato di Laura. Non di te. Laura è morta. Sembrerà tutto molto tragico. Ed effettivamente lo è. È per questo che ho deciso di raccontare il tumore senza fronzoli. Non sarò mai una di quelle che definisce il suo tumore un dono. Che ringrazia Dio, qualunque esso sia, per questa croce sulle spalle. Non sarò mai una di quelle che sorride con gioia al dolore perché se mi è stato dato vuol dire che posso sopportarlo. No. Mi prenderò piuttosto per culo, in modo ironico, raccontando che avere il cancro fa schifo. Mi metterò a disposizione delle mie sorelle di cancro per un vaffanculo comunitario. Continuerò a specializzarmi in psico-oncologia e a supportare il mio nuovo sogno nel cassetto: fornire supporto gratuito ai caregiver dei pazienti oncologici, ai fratelli e alle sorelle, ai genitori, ai partner oltre che ai pazienti oncologici stessi. Ma la mia vita non è finita, per ora. Mi piacciono la magia e il fantasy, quindi chissà che Laura prima o poi non risorga. Alla fine è risorta Taylor Forrester di Beautiful, perché Laura Lodi di Pescara no?" Vi aspettiamo!