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A Milano è sempre più difficile trovare autisti di autobus e tram di Atm, secondo il direttore generale dell’azienda Arrigo Giana, al momento in città ne mancano 300, una situazione simile sia in Europa dove ne servirebbero almeno 100 mila che in tutta Italia: dove la carenza è di 10 mila persone. Secondo il dg dell’azienda che gestisce il trasporto pubblico milanese, ascoltato nella commissione congiunta a palazzo marino, il problema è che il lavoro dell’autista atm viene considerato meno attraente a causa dei ritmi di lavoro: si lavora infatti anche a natale o nei weekend. Così l’azienda non riesce a coprire il turnover, le uscite per il pensionamento o le dimissioni non si riesce a rimpiazzarle con nuove assunzioni. Un altro problema sono gli stipendi che non sono equilibrati con il costo della vita a Milano, rendendo ancora di più la professione poco attrattiva. Nonostante questo, però, atm è riuscita nell’ultimo periodo a trovare 500 nuove figure, attualmente in formazione che verranno inserite in azienda a partire dal 2025, la speranza è così quella di riuscire a tornare a garantire un servizio in linea con il periodo pre covid. Tra questi 400 diventeranno conducenti, 80 sono già stati introdotti in azienda e svolgono al momento lavori come controllori o costumerà care. Mentre gli altri 100 saranno impiegati in mansioni amministrative e tecniche. Grazie ad un investimento di un milione di euro, inoltre, atm prova a rendere più attrattiva la professione, con questa cifra potrà accollarsi i costi di patente e abilitazione professionale oltre che un contributo per l’affitto nei primi mesi per chi viene da fuori. L’assunzione dei nuovi 400 autisti potrà così aiutare anche a ripristinare le 412 mila corse tagliate di autobus e tram tra il 2022 e il 2023. Intanto durante l’audizione in commissione è emerso anche un altro tema di cui si discute da parecchio, ovvero quello del rincaro dei biglietti solo per i turisti, una possibile soluzione, a detta di Giana, che però evidenzia come il tema delle tariffe sia in mano al comune di Milano, l’unico a poter decidere se aumentare o meno i prezzi di biglietti e abbonamenti.