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Sonno e sogni nella pratica taoista antica, fra viaggi nei sogni e sogni lucidi. Ecco la storiella citata dal Liezhi (3 capitolo). Un boscaiolo dello Stato di Cheng stava raccogliendo legna per il fuoco, quando incontrò un cervo spaventato. Si parò davanti all’animale, lo colpì a morte, poi, nel timore che qualcuno potesse trovarlo e appropriarsene, lo nascose in fretta e furia in una buca e lo ricoprì con la legna che aveva raccolto. Di lì a poco, tuttavia, dimenticò il posto in cui aveva seppellito il cervo e finì per convincersi che era stato tutto un sogno. Procedendo per la sua strada, il boscaiolo prese a borbottare fra se per quanto era accaduto. Un passante lo udì per caso e, utilizzandone i riferimenti, trovò il cervo e se lo portò a casa. Disse a sua moglie: «Ho incontrato un boscaiolo che aveva sognato di avere un cervo, ma non ricordava più dove fosse. Adesso il cervo ce l’ho io, quindi è chiaro che il suo sogno era veritiero». «Non potrebbe essere – disse sua moglie – che fossi stato tu a sognare un boscaiolo che aveva un cervo? Perché dovrebbe esistere un boscaiolo? Il fatto che tu ora abbia il cervo non significa forse che è veritiero il tuo sogno?». «Bé, dal momento che il cervo è in mio possesso – disse l’uomo – che importa chi di noi due ha sognato?». Quando il boscaiolo che aveva ucciso il cervo tornò a casa, era afflitto per la perdita dell’animale. Quella notte sognò il posto in cui l’aveva sepolto e anche il passante che l’aveva preso. La mattina dopo, di buonora, cercò e trovò l’uomo, proprio dove il sogno gli aveva indicato. Lo portò davanti alla Corte per via del cervo, e il caso fu sottoposto al magistrato. Disse il magistrato, rivolto al boscaiolo: «In principio, quando veramente prendeste un cervo, diceste che era un sogno; poi quando realmente avete sognato di aver preso un cervo, avete detto che era realtà. Il passante ha realmente preso il vostro cervo e voi l’avete citato in giudizio per questo; ma sua moglie dice che voi state reclamando il cervo del sogno di un altro, e che nessuno ha mai preso il vostro. Dunque, il passante e sua moglie hanno il possesso di questo cervo; ma io suggerisco che lo dividiate fra voi». Il magistrato, per maggior sicurezza, presentò il caso all’attenzione del re di Cheng. «Oh, bene – disse il re – suppongo che ora, a vostra volta, penserete di sognare di aver diviso il cervo tra i litiganti». Poi il re consultò il primo ministro, suo consigliere capo, il quale disse: «Io non sono in grado di distinguere il sogno dalla veglia. Soltanto il L'imperatore Giallo o Confucio potrebbero farlo. Poiché né l’uno né l’altro sono qui, sembra che la migliore soluzione sia accettare il verdetto del magistrato». #taoismo #sognilucidi