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Lucia Perruccio è la mamma di un bimbo nato prematuro. È stata ricoverata a 26 settimane per un inizio di gestosi. I medici sono riusciti a farla arrivare a 28 settimane, ma poi è stata operata per un cesareo d’urgenza. Tutto è finito bene – racconta – ma la paura quella resta. Il progetto che segue i bimbi come quello di Lucia si chiama “semi di futuro”, viene definito Follow- up, un prendersi cura dei prematuri anche dopo il ricovero, e nella terapia intensiva neonatale della santissima annunziata di Taranto è finanziato associazione “Delfini e Neonati”. Il progetto prevede all’interno del Tin la presenza di un fisiatra, un fisioterapista e una psicologa, che fanno delle valutazioni a lungo termine, gestiscono le problematiche dei mini pazienti non solo in terapia neonatale, ma anche nel territorio. Ieri era la Giornata mondiale della prematurità e Taranto l’ha festeggiata illuminando di viola gli edifici delle istituzioni, ma anche con una piccola festa all’interno del reparto. Aurora pesa solo 500 grammi e oggi vive nell’incubatrice, la sua mamma e il suo papà Cosimo sono seguiti dall’equipe che non li lascia soli. Per la direttrice del Tin, la dottoressa Lucrezia De Cosmo, Le nascite premature a Taranto non sono in aumento, ma sono sempre di più le patologie infettive e malformative e la necessità di assistenza in terapia neonatale. I fattori sono culturali, sociali e ambientali: come genitori con età sempre più avanzata. Tutte le Tin, infatti, hanno la tendenza ad essere “neuro focalizzate”, attente quindi allo sviluppo neuorologico del piccolo prematuro. A Taranto questo accade proprio grazie alla dottoressa De Cosmo, referente del gruppo di studio di Neurologia neonatale della Società Italiana Neonatologia. Il reparto, inoltre, è dotato di tutti gli strumenti medici utile alla cura dei mini pazienti, messi a disposizione in parte dalla Asl e in parte dalle donazioni.