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La storia degli Swatch Scuba parte 2

Gli Swatch Scuba sono orologi con una resistenza all'acqua di 200 metri, grazie ai miglioramenti della tenuta della batteria, custodita da una doppia guarnizione in gomma e della corona di carica. La cassa, sempre sigillata agli ultrasuoni (come gli esemplari normali, ma questi ultimi con una tenuta di sole 3 atmosfere), impediva qualsiasi intervento sull'orologio anche in caso di malfunzionamento. 4 gli esemplari della prima serie, diventati 7 con le tre varianti e sono denominati: SDK 101 Merou, SDB 100 Barrier Reef, SDK 100 Deep Blue e SDN 400 Bora Bora; tali caratteri vogliono dire Scuba Diver K, dove K sta per indicare l'utilizzo di una cassa trasparente e N il colore Navy un blu trasparente, il primo 1 indica la presenza delle sole lancette e 01 è il numero progressivo per la cassa trasparente. Il 4 iniziale invece indica la presenza della complicazione della data e il 7 (che in realtà non è mai stato utilizzato negli Scuba di plastica) anche del giorno della settimana. Sul retro della cassa viene indicato il mercato a cui è destinato l'orologio: per esempio 755 per gli Stati Uniti (poi diventato 7755) e 549 per l'Italia (poi diventato 6549). Tutti questi particolari hanno attirato l'attenzione dei collezionisti creando un vero mito ed una caccia al loro reperimento, fatto inconsueto per orologi in pura plastica. E comunque dopo oltre trenta anni sono ancora, per me, belli e pieni di fascino e hanno contraddetto l'idea di una loro breve durata, anche se gli esemplari che mostro sono pari al nuovo, cioè mai indossati.