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Spesso ci sentiamo stanchi, confusi o sopraffatti, ma non ci rendiamo conto che portiamo con noi pesi inutili. Secondo i monaci buddhisti, la vera pace nasce non dall’aggiungere, ma dal togliere. Ciò che eliminiamo dalla nostra mente e dalla nostra vita può aprire spazio per la calma, la chiarezza e la libertà. Lasciare andare abitudini, pensieri o energie che ci danneggiano è un atto di saggezza. Solo così possiamo vivere con leggerezza e presenza. In questo video scoprirai 10 cose che, secondo gli insegnamenti buddhisti, dovresti eliminare dalla tua vita. Prima di iniziare, metti mi piace al video e iscriviti al canale, così non perderai i nostri nuovi video. Prima cosa. Spiegarsi con chi ti fa del male. Cercare comprensione da chi ti ha ferito è come bussare a una porta chiusa – ogni colpo consuma solo le tue energie. Il buddismo insegna che il bisogno di farti capire nasce dall'attaccamento, non dalla verità. Le persone comprendono solo ciò che sono pronte a ricevere, non ciò che meriti di esprimere. A volte il silenzio è la risposta più eloquente, e lasciar andare l'unica liberazione possibile. Le giustificazioni infinite sono catene che fabbrichi tu stesso – ogni spiegazione aggiunge solo un altro anello. Quando smetti di cercare riconoscimento da chi ha scelto di non vederti, scopri una verità rivoluzionaria: la tua pace non dipende dal loro consenso. Il buddismo ricorda: la sofferenza nasce quando cerchi acqua salata per dissetarti, invece di voltarti verso la sorgente pura dentro di te. Ogni minuto speso a spiegarti a chi non ascolta è un minuto rubato alla tua rinascita. Come un albero che smette di cercare scuse per il vento che ha spezzato i suoi rami e concentra le energie su nuove foglie, anche tu puoi scegliere di ricostruirti invece di ragionare con chi ha deciso di non capire. La vera comprensione che cerchi fiorirà altrove, in terreni più fertili. Il bisogno di farti giustificare nasce dall'illusione che il dolore possa essere sistemato come un conto in sospeso. Il buddismo svela questa trappola: la ferita si rimargina solo quando smetti di grattarla con le unghie delle spiegazioni. Le tue ragioni sono valide anche se nessuno le riconosce – la verità non ha bisogno di testimoni per esistere. Quando abbandoni il dialogo sterile con chi ti ha fatto male, accade un miracolo: ritrovi la voce che cercavi nelle loro orecchie sorde. Scopri che spiegarti a te stesso, con compassione, è l'unico dialogo necessario. Il buddismo chiama questo "il ritorno a casa" – quando smetti di bussare alle porte altrui e ti accogli nel santuario del tuo cuore, dove nessuna giustificazione è mai mancata. Le ferite emotive sono come impronte sulla sabbia – più le rimestiamo cercando di sistemarle, più le rendiamo profonde. Il buddismo paragona questo all'agitare l'acqua torbida: solo lasciandola immobile ritrova la sua trasparenza. A volte la spiegazione più potente è la tua capacità di vivere felice nonostante tutto, senza concedere a chi ti ha ferito il potere di definire il tuo ritmo. Esiste una differenza abissale tra chi merita la tua storia e chi si è già dimostrato indegno del tuo presente. Il buddismo insegna il discernimento: non confondere il desiderio di essere compreso con l'obbligo di farti tradire ancora. Le tue ragioni sono un tesoro – non sprecarle con chi le scambia per spiccioli. Risparmia quell'energia per chi sa ascoltare con le orecchie del cuore. Le giustificazioni infinite sono un boomerang emotivo – più le lanci, più ti colpiscono. Quando smetti questo gioco al massacro, scopri una libertà inaspettata: il passato smette di essere un tribunale e diventa semplicemente esperienza. Il buddismo chiama questo "il dono del non-attaccamento" – la capacità di tenere le lezioni lasciando andare i drammi. La pace arriva quando sostituisci "Mi capirai!" con "Io mi comprendo, e mi basta". C'è un momento sacro in cui realizzi che spiegarti è diventato più doloroso dell'offesa subita. Quel momento è un invito all'evoluzione. Come il mare che restituisce alla riva ciò che non gli appartiene, anche tu puoi lasciare andare il bisogno di riconoscimento tossico. Il buddismo ricorda: alcune persone sono specchi rotti – non importa quanto ti sforzi, rifletteranno sempre un'immagine distorta. La più grande rivincita è una vita ben vissuta. Quando smetti di sprecare fiato con chi ti ha fatto male, quel silenzio diventa lo spazio dove fiorisce la tua autenticità. Il buddismo celebra questa alchimia: trasformare l'incomprensione subita in radici più profonde di autoconoscenza. Le tue spiegazioni non date a loro diventano verità rivelate a te stesso – e questo è l'unico dialogo che davvero guarisce. #inseinsegnamentibuddisti #buddismo #buddha