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In Trend tv magazine. In pratica una tassazione dell'80% sul prezzo finale, se si considera che l'aumento del 58,5 va ad aggiungersi all'Iva del 21 per cento. E' questo il peso fiscale sulle sigarette elettroniche deciso dal Governo Letta, che sottopone il sistema del fumo elettronico alla burocrazia dei monopoli di Stato e che quindi estende il divieto di pubblicità anche ai marchi delle e-cig. Una scelta definita un omicidio premeditato del settore dall'Anafe, l'Associaz nazionale del fumo elettronico che riunisce i circa 5mila negozi specializzati in Italia, il numero più alto in Europa, di cui più di cento in Campania ed 11 a Salerno e provincia/. /Secondo l'Anafe il provvedimento del Governo è iniquo ed inutile perché da una parte distruggerà un settore che stava dando lavoro a 6mila persone e dall'altra non porterà i 117 milioni attesi dalle entrate fiscali e quindi resterà solo sulla carta. Ricordiamo che l'inasprimento fiscale sul fumo elettronico ha l'obiettivo di trovare ulteriori risorse per la copertura della seconda rata dell'Imu. Il provvedimento governativo apre anche un fronte polemico tra il sistema del fumo elettronico e quello del tabacco tradizionale, al quale viene in sostanza equiparato/ nonostante si dice che faccia meno male e benché l'Italia sia diventato un Paese esportatore leader di tecnologie legate alla sigaretta elettronica e quindi in grado di produrre fatturato e di far svaporare a chilometri zero. Insomma, molti giurano che, quanto a gettito fiscale, il decreto Letta sulla e-cig rischia di assomigliare a quello del governo Monti sulle barche: cioè un risultato pari a zero