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Lo scafoide carpale è un piccolo osso che presenta caratteristiche anatomiche e biomeccaniche assolutamente specifiche. Riveste un ruolo funzionale fondamentale nella stabilità del polso. Ogni volta che stringiamo il pugno, lo scafoide viene sollecitato al massimo dal punto di vista biomeccanico. Qualsiasi alterazione della sua morfologia può influenzare negativamente tutte le altre ossa carpali. È come spostare una sola tessera di un puzzle: si generano conflitti articolari con gli altri segmenti ossei del carpo. Per questo motivo, è essenziale ricostituire l’integrità anatomica dello scafoide. Il problema principale di questo osso è che, trovandosi immerso in un ambiente articolare e ricoperto quasi interamente da cartilagine, ha un nutrimento vascolare limitato, elemento cruciale in caso di frattura. La sua consolidazione è spesso rallentata e difficoltosa, e richiede un contatto ottimale tra le superfici fratturate. Negli ultimi anni, questo ci ha portato a favorire l’osteosintesi con viti dedicate, senza testa, per evitare conflitti con le ossa vicine. Il nostro approccio oggi è quindi quello di intervenire precocemente con la chirurgia, evitando lunghi periodi di immobilizzazione che, molto spesso, si concludono comunque con un intervento chirurgico a causa del ritardo di consolidazione.