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Il 20 febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) pubblica sul giornale “Le Figaro” il primo Manifesto del Futurismo in cui espone in maniera declamatoria ed energica le idee, le convinzioni e le intenzioni del movimento futurista. Ribellandosi alla cultura borghese dell’Ottocento, ai musei, alle biblioteche e alle accademie, in nome del coraggio, dell’audacia e della rivolta, il Futurismo celebra l’uomo, glorifica la guerra ed esalta la macchina e la velocità. L’anno successivo, Marinetti chiede al neofuturista e compositore Francesco Balilla Pratella di redigere il “Manifesto dei Musicisti Futuristi” (1910). Rivolgendosi ai giovani che vegetano nei licei e nei conservatori, Pratella sprona i musicisti a liberare la loro sensibilità musicale traendo ispirazione dalla vita moderna: “Io dispiego all’aria libera e al sole la rossa bandiera del Futurismo, chiamando sotto il suo simbolo fiammeggiante quanti giovani compositori abbiano cuore per amare e per combattere, mente per concepire, fronte immune da viltà”. In risposta al manifesto di Pratella, nel 1913 Luigi Russolo pubblica “L’Arte dei Rumori” esponendo quella che diverrà una delle più importanti intuizioni della musica del XX secolo e dichiara: “La vita antica fu tutta silenzio. Nel diciannovesimo secolo, coll’invenzione delle macchine, nacque il Rumore”. Russolo spiega come il suono-rumore delle macchine e della modernità sia la chiave per ampliare e rinnovare il campo dei suoni musicali. Nello stesso anno, insieme all’amico futurista Ugo Piatti, Russolo si dedica all’invenzione e alla creazione di strumenti in grado di generare rumore: nascono così gli Intonarumori (come Ululatori, Rombatori, Crepitatori, Stropicciatori, Scoppiatori, Ronzatori, Gorgogliatori e Sibilatori). Francesco Balilla Pratella, su consiglio del leader futurista, decide di inserire all’interno dell’opera teatrale a cui sta lavorando, “L’Aviatore Dro” (1911-1914), i rumori russoliniani accanto ai suoni dell’orchestra tradizionale. La vicenda narra del ricco Dro che, rovinato dal gioco, diventa un aviatore spericolato tanto che un giorno, in preda ad un delirio amoroso, precipita con il suo aereo. Il rombo della macchina, accompagnato dalle voci urlanti della gente che saluta il volo di Dro, viene ricreato grazie all’utilizzo degli intonarumori. L’anno successivo alla pubblicazione dello spartito di Pratella scoppia la Grande Guerra, i futuristi partecipano attivamente al conflitto pur continuando a tenersi in contatto dal fronte. Tra le adesioni successive alla Prima Guerra Mondiale, sono due i musicisti che elaboreranno nuove teorie nella musica Futurista: Franco Casavola e Silvio Mix. Il compositore barese Franco Casavola pubblica il suo manifesto futurista del 1924, dove dichiara che la musica e il ritmo nascono da un’ebbrezza improvvisatrice, da una libera individualità, da nuovi movimenti e velocità di emozioni. L'anno successivo collabora con Marinetti per il quale musica le due sintesi teatrali "Prigionieri" e "Vulcano" (1925). Nel 1928, in collaborazione con lo scrittore Cesare Giardini, Casavola compone per il racconto “Uriele o L’Angelo Malato” la splendida lirica “La Canzone di Uriele” dal carattere fortemente futurista. Nel 1932 collabora con Fortunato Depero alla campagna pubblicitaria della ditta Campari componendo uno dei primi jingles pubblicitari della storia “Campari”. Accanto a Franco Casavola, è presente anche il compositore triestino Silvio Mix. La sua fama di musicista trova ampio riconoscimento nell’ambiente futurista tanto che nel 1926 Filippo Tommaso Marinetti gli chiede di musicare la sua pantomima “Cocktail”. Nel 1925 viene pubblicato il dramma futurista di Ruggero Vasari “L’Angoscia delle Macchine”, considerato il primo romanzo di fantascienza della letteratura, e, su insistente richiesta dell’autore stesso, è Mix il compositore scelto per musicare il dramma. Nel 1926 lavora quindi alla sua opera più complessa: “Commenti sinfonici per L’Angoscia delle Macchine”, composta da sette brevi episodi in cui il talento e l’originalità musicale di Mix trovano espressione attraverso il suo linguaggio microtonale e la scrittura sonora. L’Archivio spiega e analizza le varie tappe del percorso sincrono della musica futurista, partendo dalle idee innovatrici e dalle riforme per una musica nuova teorizzate nei manifesti di F. B. Pratella, fino alla creazione di L. Russolo di strumenti in grado di sintetizzare i rumori fino a renderli note, alla necessaria e consecutiva invenzione di una scrittura per inserire gli intonarumori nelle partiture tradizionali, e nel secondo futurismo musicale, con F. Casavola e S. Mix lo sviluppo del concetto di teatro poi riproposto nel cinema. Questa sincronia ha cambiato il nostro modo di ascoltare, la ricerca musicale futurista ha raggiunto il suo obiettivo: HA CAMBIATO IL FUTURO DELLA MUSICA.