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Ascot e Isotta: un patrimonio chiamato fiducia Mercoledì, 29 settembre 2021, la terza tappa del 16V170 G Engine Road Show si svolge a un’ottantina di chilometri da Modica, dove il giorno prima ha incontrato la calorosa accoglienza di Floridia. Il secondo capoverso del capitolo siculo racconta di Gela. Isotta Fraschini Motori e Ascot Industrial. Il primo amore non si scorda mai Ci troviamo nei paraggi della raffineria dell’Eni, alla Ascot, dove si confezionano i gruppi elettrogeni che alimentano le torri delle telecomunicazioni nelle lande disabitate dagli uomini e dalla corrente elettrica. Sul nostro palcoscenico mobile, la parola ‘futuro’ fa nuovamente capolino. Ma cosa significa, all’atto pratico? Risponde Gelonese: «Significa l’assunzione di 32 giovani ingegneri e significa pure un centro di innovazione e sviluppo, fortemente voluto dal Gruppo Fincantieri, per creare un polo dell’idrogeno e dell’energia intorno a Isotta Fraschini Motori. Adesso, però, vorrei traghettarvi verso le emozioni» conclude Gelonese. E quale migliore traghettatore di Luigi Greca, titolare di Ascot, una istituzione dell’antropologia imprenditoriale italiana? Da Messina a Palermo la luce in galleria è Isotta Fraschini Motori Il padrone di casa esordisce ringraziando Isotta Fraschini Motori per la visita Gela, «perché è un’azienda che stimiamo tantissimo» ci tiene a precisare, prima di ricordare che «sull’autostrada Messina-Palermo tutte le gallerie sono illuminate grazie a gruppi elettrogeni Ascot, equipaggiati con motori Isotta Fraschini, che funzionano a 900 Volt». Il sipario, però si alza solamente ora. «Vi racconto un aneddoto emblematico» dice con tono ieratico il fondatore di Ascot. «Nel 1992, ci trovammo di fronte a un problema serio, che rischiava di farci chiudere. Un grosso cliente non poteva pagarci e, a nostra volta, eravamo obtorto collo insolventi con i fornitori. Io e mia moglie ci recammo d’urgenza a Bari, per parlare con il Presidente di Isotta Fraschini, l’Ing. Riganti. Eravamo agli esordi, soldi in cassa non ce n’erano e abbiamo garantito il pagamento, perché volevamo a tutti i costi pagare, mediante cambiali. Abbiamo atteso due ore, nel mentre Riganti aveva convocato il CdA di Isotta Fraschini. Ci comunicò infine che il CdA aveva avallato la nostra richiesta, senza nemmeno richiedere gli interessi. Noi onorammo le cambiali in un triennio. In questo momento, trent’anni dopo, mi rivolgo a voi (rivolto alla platea degli addetti Ascot, ndr), che siete giovani: se vi trovate qui, ora, è perché Isotta Fraschini quella volta mi ha aiutato».