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Una passione che si traduce in impegno per la propria terra. La memoria è importante e la tradizione va tutelata, anzi valorizzata. Con questo principio, una delle voci storiche della musica popolare salentina, Mauro Cavallo, sta portando avanti, con convinzione, un progetto che ruota attorno alla terminologia e al significato. Non taranta, ma pizzica. Non tamburello, ma tamburreddhu. Parole importanti che non vanno confuse, per non confondere la storia stessa della nostra terra e la sua vera identità. Questa battaglia, Claudio Cavallo, la sta facendo insieme ad uno storico artigiano di Torre Paduli, Biagio Panico. L'obiettivo è quello di portare avanti, nel nome e nella costruzione, il tamburreddhu, così come tanti anni fa i nostri antenati facevano. Questo per trasmettere alle nuove generazioni il suono originale che contraddistingue lo straordinario strumento da tanti altri. Ecco quindi uno studio approfondito su testi, video e testimonianze che ha permesso a Claudio e a Biagio di tracciare il valore simbolico. Col progetto “Tamburreddhu o Tamburello”, sentiamo il desiderio di parlare e comunicare attraverso la nostra parola tradizionale”, sottolinea Claudio Cavallo Giagnotti. “Fondamentale per questo nuovo progetto, infatti, è il lavoro che stiamo portando avanti con Giovanni Epifani, il quale, secondo me, è un paroliere salentino autenticamente tradizionale. Sul ritmo del “tamburreddhu” salentino cerchiamo di far arrivare i nostri pensieri su una tradizione che sta perdendo i suoi linguaggi originari”. Tam! è un lavoro che punta a valorizzare proprio questo strumento che, con la sua sonorità, caratterizza una tradizione musicale che inevitabilmente nel tempo viene dimenticata. Un’idea nata per riflettere su come sia cambiato negli anni il suono del tamburo a cornice salentino cercando, insieme a costruttori, musicisti e operatori culturali, di far conoscere la storia dello strumento principe della propria terra.