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Negrar di Valpolicella, 1889. Un contadino entra nel suo podere in località Villa per fare dei lavori in vigna. Ha con sé pala e piccone e inizia a scavare, quando a un certo punto sente un rumore sordo, al quale ne segue uno più secco, con l'attrezzo che si appoggia a qualcosa di solido che non è propriamente un sasso. No, sarà un pezzo di pavimento di quella che, nel tempo, si rivelerà essere una villa meravigliosa, romana, una bellezza rimasta sepolta per chissà quanti secoli. Si capì subito che lì sotto c'era qualcosa di straordinario e i primi scavi lo confermarono, anche se furono solo parziali. Ci fu una seconda sessione negli anni '20 del secolo scorso, che ribadirono l'importanza del sito fino a quando, prima del covid, questo scavo fu ripreso, ampliato e studiato in profondità. E fu soprattutto lì che la modernità dei nostri tempi e il fascino dell'antico si incontrarono, perché grazie alla tecnologia il valore di questa scoperta fece il giro del mondo a ripetizione, calamitando l'attenzione del mondo accademico dell'intero globo. Una villa patrizia del quarto secolo Dopo Cristo, con mosaici splendidi, le terme, decorazioni sopraffine, il magazzino delle derrate (si scoprì che già all'epoca si produceva vino), un'impostazione strutturale che faceva intendere come questo fosse un luogo vivo, economicamente e socialmente importante, con luoghi adibiti all'ospitalità che, vista la ricchezza degli abbellimenti, doveva essere di altissimo rango. In questo video ascolterete le meraviglie di questa villa dalla viva voce dell'archeologo Gianni De Zennaro, che ha curato tutta l'attività di recupero e coordinato gli scavi per conto della Soprintendenza ai beni archeologici di Verona, ai quali ha dato un contributo fondamentale anche l'azienda agricola Benedetti La Villa, nei cui poderi la villa si trova. La cantina non solo ha messo a disposizione i terreni (rinunciando a una produzione che da queste parti ha un valore importante), ma li ha anche in parte finanziati. Da De Zennaro ascolterete un ritratto estremamente affascinante, testimonianza di una presenza determinante per tutto il territorio dell'epoca, con alcune radici culturali ereditate dalla romanità ma ancora ben presenti ai giorni nostri. La Villa dei Mosaici è tutt'ora uno dei ritrovamenti più prestigiosi a livello internazionale. L'obiettivo è quello di renderla museabile, ovvero fruibile dal grande pubblico. Si tratterebbe di un traguardo che garantirebbe alla Valpolicella un pathos culturale che si affiancherebbe a quello ben più noto del vino. I lavoro stanno procedendo in questo senso e la speranza è che si giunga in tempi brevi a creare un sito in cui tutti possano realmente entrare in contatto con questa bellezza antica. Scarica l'app di Ti Porto Io: Android https://goo.gl/m5o99t iOS https://goo.gl/gzZl9s Seguimi sui miei profili social! Facebook / stevecantiero Instagram / tiportoio_official