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Oltre 1.200 anni di carcere: li ha inflitti il collegio al termine del maxi-processo di 'Ndrangheta Aemilia. A quanto risulta dal dispositivo letto in tribunale a Reggio Emilia: si tratta di 118 condanne in rito ordinario (la più alta a 21 anni e otto mesi) e di altre 24 in abbreviato per 325 anni, per reati commessi dal carcere durante il processo. Le sentenze hanno sostanzialmente ricalcato le richieste dei pm della Dda Beatrice Ronchi e Marco Mescolini."Se in passato ci sono state sottovalutazioni o superficialità di analisi rispetto alla penetrazione delle mafie nel nostro territorio, adesso in Emilia-Romagna nessuno si volta più dall'altra parte, negandone il pericolo. Chi lo dovesse fare si renderebbe complice di una realtà che non è più negabile". Così l'assessore regionale alle Politiche per la legalità, Massimo Mezzetti, commenta la sentenza di primo grado del processo 'Aemilia', celebrato a Reggio Emilia contro la 'ndrangheta.“Vergogna, ridicoli". Si avvertono distintamente le urla di Vincenzo Iaquinta, campione del mondo a Berlino 2006, mentre il collegio dei giudici sta ancora procedendo con la lettura della sentenza Aemilia, che con le sue 125 condanne (su 148 imputati) ha conlcamato l'esistenza di una 'ndrina radicata al Nord. L'ex attaccante è stato condannato a due anni; per lui la Dda aveva chiesto sei anni, per reati di armi.Condannato anche il padre Giuseppe Iaquinta, accusato di associazione mafiosa: per lui 19 anni. Il loro sfogo è continuato all'esterno.Complessivamente sono state 125 le condanne lette dal collegio dei giudici, 19 le assoluzioni e quattro le prescrizioni per i 148 imputati. Al netto di alcune riduzioni di pena anche consistenti, (compensate peròda condanne più pesanti rispetto a quanto chiesto dall'accusa per altre posizioni) è quindi pienamente conclamata l'esistenza di una 'ndrina attiva da anni in Emilia e nel mantovano con epicentro a Reggio Emilia, diretta emanazione della cosca Grande Aracri di Cutro, ma autonoma e indipendente da essa. "Adesso in Emilia-Romagna nessuno si volta più dall'altra parte". E' questo il commento dell'assessore regionale alla Legalità Massimo Mezzetti di fronte alla sentenza Aemilia