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L’ex presidente dell’Ortomercato di Chioggia, Giuseppe Boscolo Palo, interviene dopo il Consiglio comunale che ha riportato al centro del dibattito la vicenda della società, parlando di una discussione “surreale e fuori tempo massimo”. Secondo Boscolo Palo, il confronto andava fatto un anno fa, in occasione della ricognizione delle partecipate, quando la maggioranza – sindaco, Forza Italia, Lega ed Energia Civica – votò sia la ricognizione sia l’allegato che prevedeva l’uscita del Comune dalla società. «All’epoca – ricorda – si parlava chiaramente di recesso o cessione delle quote, per consentire agli altri soci di partecipare a un futuro bando. Quel bando, annunciato più volte, non è mai stato fatto». Da qui le critiche alle promesse non mantenute dell’amministrazione. «Ad aprile il sindaco rispose a un’interrogazione assicurando che il bando si sarebbe fatto. Siamo a fine anno e il bando non esiste, mentre la società è stata liquidata». Boscolo Palo evidenzia anche le contraddizioni emerse in aula, citando in particolare alcuni esponenti della maggioranza che un anno fa avevano sostenuto la gestione pubblica del mercato e che oggi parlano invece di modelli pubblico-privati. «Un cambio di posizione che ha generato imbarazzo evidente». Apprezzamento, invece, per gli interventi dell’opposizione, che avevano già segnalato come la liquidazione non fosse l’unica strada possibile e come si sarebbe potuto coinvolgere gli altri soci interessati a proseguire l’attività. Durissimo il passaggio finale sul consigliere Brunetto Mantovan, accusato di aver fatto affermazioni «diffamanti» su presunti arricchimenti personali e su un debito fuori bilancio risalente al 2011. «Quel debito – chiarisce Boscolo Palo – è legato a lavori avviati prima della nascita della società e gestiti dagli uffici comunali. Tirare in ballo la mia figura è scorretto e lesivo. Mi riservo ogni azione a tutela della mia reputazione». La conclusione è netta: «Quella di ieri è stata una seduta confusa, che non ha chiarito le responsabilità politiche e amministrative. L’Ortomercato meritava trasparenza, coerenza e rispetto dei percorsi annunciati».