Luogo dell'Essere - Dialogo muto con Lorenzo Viani - Vittorio Simonini скачать в хорошем качестве

Luogo dell'Essere - Dialogo muto con Lorenzo Viani - Vittorio Simonini

• Tipologia: Performance • Anno: 2014 • Riprese e Montaggio: Daniele Trengia e Maurizio Marco Tozzi • Musiche: Davide Barbafiera, Simone Bettin, Raumm Zattere di quadri sull'acqua carezzano le onde in un'oscillante danza senza tempo, segrete e lacerate memorie consegnate al labirinto delle maree. Messaggi senza bottiglia, abbandonati all'erosione e alla purificazione salmastrosa, viaggiano come cartoline allo scoperto, celati agli occhi solo dalla vastità del mare. Azioni oscure e intime, forze e idee primordiali dai margini e dalla sofferenza, illuminate dal sole pallido di mezzo inverno mettono a raffronto, sulla rena e nell'acqua, la superficie dell'opera e la pelle dell'autore: rughe e fenditure, pori e fori, lanugine e textures forgiate dal tempo della vita o dalla mano dell'uomo. Lastre traslucide e opaline di plexiglass, come madreperle da valve gigantesche, ostentano i segni anneriti della malattia dell'arte, pustole virali di un istintivo vocabolario art brut, esplosi grumi esistenziali, brunite immagini eco-espressioniste sbollate a fuoco come la pellicola inceppata nel proiettore. Rivelazioni fuggenti ma non effimere, nel flusso cosmico, di fiera sopravvivenza. Un conciso video come impronta mobile e dichiarazione di poetica sostenibile dell'estemporanea operazione, esposizione-installazione itinerante per un pubblico di stelle e cani randagi. Qualcuno osserva, in distanza. Un'apparizione vianesca nerovestita si staglia sull'arenile antistante i cantieri navali, forse in cerca di legni stagionati da intagliare con gusto, o di volti familiari tramandati nelle generazioni con cui colloquiare. Lorenzo scruta pensoso, si gratta il mento, stringe una cartella di disegni che non affiderà alle acque. Mosè, Cocteau, Keats, Defoe, un distante nemico forse, occhi freddi e fissi come una statua che stenta a rianimarsi. Vittò uomo d'acqua si accinge all'opera del fuoco e dello stagno, Sn 50, il saldatore scrive con sentimento sulle lucide lastre di metallo. Post-transizione dell'astro argentino che unisce darsena e pineta, parole speculari si compenetrano: mai natotan iam, bronzeo io sono, per la trasmutazione di sogno in materia. Baluginio di tramezzi riflettenti conficcati nella sabbia, segnali in codice alle rare imbarcazioni, calligrafia malleabile ma incancellabile, monoliti inossidabili per vocazione. Un carme resistente alla corrosione, ma superconduttore di idee. Un fil rouge ad effetto Meissner, filamento e firmamento di lana rossa, autografo apposto sul flutto e un'illimitata successione di nuvole. Una piccola stagnola da cioccolata, appallottolata da chissà chi. "Essere sempre", in divinazione di uccelli a stormo, su mappe di gabbiani predatori, entro costellazioni di bolle lattiginose sul pelo dell'acqua. Alla fine, mito e mitopoiesi si allontanano insieme, conversando con labbra di terra e silicone, gesticolando quieti nel linguaggio della vitalità interiore. Un lontano Robinson Crusoe, sull'altra sponda dell'oceano, raccoglie intanto gli straccali d'autore che quotidianamente lo raggiungono dai diversi continenti. Li compone poi in elaborate gallerie all'aperto sul bagnasciuga tra alghe e noci di cocco, li trasporta su altari di roccia in odorose grotte sotterranee e nel patio della sua solitaria reggia di palme. Inesauribili mentali isole del tesoro, un groviglio di flashback che simmetrici si sovrappongono (non è questo, ma è anche per questo), carezze dal singolo cuore schiuso all'incommensurabile. Vittore Baroni, aprile 2014