У нас вы можете посмотреть бесплатно LUCI E OMBRE или скачать в максимальном доступном качестве, видео которое было загружено на ютуб. Для загрузки выберите вариант из формы ниже:
Если кнопки скачивания не
загрузились
НАЖМИТЕ ЗДЕСЬ или обновите страницу
Если возникают проблемы со скачиванием видео, пожалуйста напишите в поддержку по адресу внизу
страницы.
Спасибо за использование сервиса ClipSaver.ru
I MAESTRI DEL MARTINI Concerto di Antonio Mostacci (violoncello) e Stefano Bezziccheri (pianoforte) Bologna, Museo della Musica 25 maggio 2025 PROGRAMMA: Chopin, Fryderyk Franciszek (1810-1849), Introduzione e polacca brillante, CT 148, op. 3 Introduzione: Lento – Alla polacca: Allegro con spirito Prokof’ev, Sergej Sergeevič (1891-1953) Sonate, violoncello, pianoforte, op. 119, do maggiore Andante grave – Moderato – Allegro ma non troppo L’op. 3, dedicata al violoncellista austriaco Joseph Merk (1795-1852), è una delle prime opere cameristiche chopiniane. Pur essendo un giovanissimo compositore, Chopin dimostrava già (non era neanche ventenne nel 1829-1830, epoca della composizione del brano), la sua incredibile capacità di fondere l’eleganza del melos con un virtuosismo molto raffinato. L’Introduzione, dolce e solenne, ha come contraltare la Polacca brillante, in cui, mentre il violoncello troneggia, il pianoforte lo accompagna coi suoi accenti vibranti e ricchi di sfumature. A ritmo di polacca, assistiamo a momenti di grande intensità. La prima edizione dell’opera fu pubblicata per i tipi di Mechetti a Vienna nel 1831. La Sonata per violoncello e pianoforte di Sergej Prokofiev, composta nel 1949, fu eseguita per la prima volta nella Sala Piccola del Conservatorio di Mosca il 1° marzo 1950. L’opera svela una ricca gamma di emozioni, configurandosi come un monumento all’introspezione musicale e un capolavoro di virtuosismo strumentale. Si apre con un Andante grave, movimento dal carattere drammatico e pensieroso, per proseguire con il Moderato, che evolve in una danza piena di energia e contrasti; culmina, infine, nell’Allegro ma non troppo, che riserva alle orecchie dell’ascoltatore un finale vivace e carico di tensione ritmica. Prokof’ev, pur mantenendo sempre una scrittura sofisticata e complessa, e nonostante la musica da camera non rappresenti nella sua produzione il campo d’azione più significativo, riesce bene a fare emergere una profonda umanità, da quest’opera composta esattamente a metà del Novecento: il violoncello e il pianoforte lavorano alacremente in sintonia, arrovellandosi in una continua ricerca di affermazione individuale. La prima edizione fu pubblicata dall’editore moscovita Muzgiz nel 1951. (di Luciano Scarpaci, Direttore della biblioteca e dell’archivio del Conservatorio di Bologna)